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Aggiornato: 17 luglio 2025


Ecco, disse la mamma Teresa, che io potrò morire in pace: non c'è dolore senza la sua consolazione. Sei proprio contenta, o Stella? tornò a chiederle Damiano. Oh! egli, io spero, sar

A Mattia, che con affettuosa premura venne a chiederle che cosa soffrisse, ella rispose forzandosi a trovare qualche frase scherzosa. altrimenti si contenne colla Vige, che le stava intorno continuamente piena di sollecitudine e di interessamento. Ma la Vige il professore rimasero per tal guisa tranquillati.

Alzò gli occhi, guardolla fisso, con una certa smorfia maligna, quasi che volesse domandare donde le fosse fioccato quel ben di Dio. Per buona ventura, ella non comprese. Rientrata in casa, sentivasi come le fosse stato levato un peso dal cuore, e correva lieta alla mamma, per chiederle perdono di quel suo tardare, quando il suon d'una voce lenta e grave le venne all'orecchio.

Siete stato a Siviglia; ripigliò l'arcivescovo. E si sa dove siete andato, in Siviglia. In un convento, Eccellenza; ad ossequiare la signora marchesa di Moya, ch'io non so essere in mala vista presso la Corona; a chiederle una grazia, che assai mi premeva, voglio dire il suo patrocinio per il signor Almirante.

Bonaventura notò quell'accento, e fu sollecito a chiederle che cosa avesse. Un po' di stanchezza; disse la marchesa. Sono tornata da pochi minuti in casa. Da San Silvestro, forse? . E come va? chiese il gesuita, a cui quella breve risposta non poteva bastare. La poverina era tanto abbattuta, che non ho ardito parlarle di nulla.

Si rammentava in qual modo Cristina le aveva ricordato ch'egli potesse tornare a chiederle conto. Ma, di nuovo, si fece animo, si riebbe: non voleva attristarsi per ombre, invano: aspettiamo, ella si diceva, e intanto godiamo. Era sempre il solito stile!

C'era tanto dolore e tanta tenerezza nella sua voce, che avrei dovuto sentirmi spietrare il cuore, e buttarmele ai piedi per chiederle perdono. Le rivolsi una dura occhiata, mordendomi le labbra. Si era appoggiata con le spalle al tronco di un albero, e il pallore del suo viso risaltava tra i riflessi verdi delle foglie, tra le piccole chiazze d'oro con cui il sole, infiltrandosi a traverso i rami, ne punteggiava i folti capelli neri, la camicietta grigia, stretta ai fianchi da larga cintura di cuoio, e la gonna di color rosso cupo che il sole sembrava avesse spruzzata qua e l

Lorenzo stava scrivendo; ma al fruscio della veste, alzò il capo e si volse a guardare. Orbene, Maria? disse egli, come per chiederle che cosa volesse. La fanciulla era bianca in viso come un cencio lavato, e appoggiava la mano alla spalliera del letticciuolo di Lorenzo, quasi fosse per cader tramortita. Allora il giovine fu pronto ad alzarsi e correrle incontro. Che cosa avete, mia buona Maria?

Egli sedè, vinto dai modi di lei, che gli tornava in quel momento cara, quanto gli era parsa uggiosa e molesta altra volta; e parlando più basso che potè, le disse: «Io comincio col chiederle perdono d'averle tolta la sua nipote, e so quanta consolazione fosse per lei l'averla vicina.

Sono venuto da lei a chiederle perdono, proseguì Filippo, a chiederle perdono con una umilt

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