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Aggiornato: 19 giugno 2025
Il Chiesi, che non sa leggere in letto perchè gli si chiudono subito gli occhi, in Castello aveva dei momenti di disperazione perchè non gli si concedeva il riposo notturno. Ulisse Cermenati, che sa stare ritto sulle gambe, andava al processo dinoccolato e pieno di sonno, e Federici raccontava agli amici che accendeva, spengeva e riaccendeva il lume con dei tentativi di passare la notte leggendo.
Accompagnati da molti carabinieri, si fecero passare in mezzo a due file di soldati e salire per le scale anguste, al primo e al secondo piano, disperdendoli per gli stanzoni anticamente occupati dalla Corte degli Sforza. Lungo la ringhiera del primo piano, avevano messo Chiesi, Seneci, Cermenati, Federici, Valera, Lallici, Ghiglioni, Romussi.
Fu visto nella mattina del 7 maggio con l'amico deputato De Andreis in carrozza a Porta Garibaldi fermarsi ripetutamente a discorrere con persone del popolo; più tardi si installò negli uffici del giornale da lui diretto, ricevendo dallo stesso De Andreis, che più volte si era recato alle barricate del corso porta Venezia, notizie ed episodi. In quell'ufficio furono più tardi ambedue arrestati insieme all'avvocato Bortolo Federici, al prof. Stefano Lallici, al pubblicista Ulisse Cermenati ed all'Arnaldo Seneci, che col
Due minuti dopo era anche lui in redazione. Terminata la perquisizione, il Federici chiese, come di legge, che si facesse il verbale delle cose sequestrate. Uno dei due funzionarii rispose: Lo faremo in questura, dove abbiamo l'incarico di accompagnarli. Loro signori sono invitati dal questore per delle comunicazioni. Cermenati: Allora vuol dire che siamo tutti in arresto.
Senici, in pantofole, domandò il permesso di mettersi le scarpe. Faccia. De Andreis: Vengo anch'io. Prina: Scusi, onorevole, ma io non ho ordini che riguardino lei. De Andreis: Io voglio andare dove vanno i miei amici. Prina: Se crede, s'accomodi. Cermenati: Se non siamo in arresto, noi non vogliamo essere accompagnati dagli agenti di P. S. Il delegato Gislon li fece allontanare.
Nelle dimostrazioni di piazza fu sempre immischiato; accentuò l'agitazione per il rincaro del pane; e l'opera sua contribuì ad acuire i sentimenti di ribellione negli adepti del partito repubblicano in cui milita. Il Cermenati, pure repubblicano, fu collaboratore col Chiesi e col Romussi nei giornali da essi diretti.
Considerato che dietro le risultanze sopra indicate gli imputali Callegari, Castelnuovo, Cerchiai, Gabrielli e Gruppiola, sarebbero incorsi nei delitti previsti dagli articoli 190, 248 e 252 del Codice penale gli imputati Baldini, Fraschini e Invernizzi nel delitto previsto dall'articolo 248 gli imputati Chiesi, Federici, Lattici, Cermenati, Seneci e Romussi nei delitti previsti dagli articoli 64, 77, 118, 120, 134, 246, 248 e 252 del Codice penale ed articoli 1 e 2 della Legge 19 luglio 1894 N. 315 l'imputato Oppizio nei delitti previsti dagli articoli 190 e 247 del Codice penale gli imputati Zavattari, Lazzari, Gatti, Ghiglione, Valera, Valsecchi, Del Vecchio e Kuliscioff nei delitti previsti dagli articoli 118, 120, 135 e 246 del Codice penale e l'imputato Don Albertario nei delitti previsti dagli articoli 118, 120, 135, 246 e 247 suddetto e dagli articoli 1 e 2 della Legge 19 luglio 1894, N. 315.
Tra gli arrestati c'erano il deputato De Andreis, il direttore dell'Italia del Popolo, l'avvocato Romussi, direttore del Secolo, l'avvocato Federici, Valentini, ex direttore della Sera, Ulisse Cermenati dell'Italia del Popolo e il professore Gilardi del Secolo. Lunedì ho registrato gli onorevoli Turati e Bissolati e la dottora Anna Kuliscioff.
Parola Del Giorno
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