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Aggiornato: 1 maggio 2025
Questa successione di cadute squassa fortemente i cenci, li riduce in pasta vie più assottigliata e li imbianca.
La miseria si affeziona ad ogni nonnulla e vi soffia dentro una fibra dell'anima. Tutto è una data per esso, pel povero, perchè tutto gli è costato un lembo della vita. E' si perdevano in questa Pompeia di cenci! Non sapevano a che toccare pel primo. Si confondevano nella scelta. Tutto pareva loro utile e buono, perchè tutto aveva loro servito.
Balzò dalla seggiola, prese il lume, attraversò lesto lesto il porticato, fu alla porta, l'aprì, e il visconte si trovò di faccia un giovinotto, il quale teneva tra le mani un bambinello mal coperto di cenci, che strillava come una capretta... Chi siete? che volete? domandò il visconte, fissando nello sconosciuto il suo sguardo penetrante e sereno.
Francesco Cènci, sangue latino dell'antichissima famiglia Cincia, annoverava fra i suoi antenati il pontefice Giovanni X, quel sì famoso drudo della bella Teodora, la quale per virtù di amore lo condusse vescovo prima a Bologna, poi a Ravenna, e finalmente lo fece papa.
Quello però che conosco di certo si è, che il Cristo di san Gregorio Magno per tutto il tempo che durò la vita di Giacomo Cènci si ostinò a non fare miracoli; ed ecco come andò la faccenda.
Era a questo termine ridotta la condizione degli amanti, quando certa sera monsignore Guerra travestito passava sotto le finestre del palazzo Cènci: egli procedeva a testa alta, cercando scuoprire nella camera di Beatrice un lume, che gli sar
Domani notte, tu lo hai detto. E se voi non veniste più per me? E qual profitto avrei dalla tua morte? Dove troverei un altro Olimpio per servirmi di coppa e di coltello? Ma se non veniste? Tu urleresti. Le cantine sono presso la strada, e i passeggieri ti udrebbero. Bel guadagno! Dalla cantina Cènci sarei traslocato nelle carceri di Corte Savella.
Il vecchio, scuotendosi come serpente calpestato, trafitto da angoscia ineffabile ruggiva: Il morto mi brucia!... Con disperato sforzo il vecchio si liberò dal cadavere; giunse a mettersi a sedere; poi a stento in piedi. Oh quanto era orribile a vedersi Francesco Cènci!
Era quello che con tanto studio io cercava: certo il pellegrino non bacia tanto devotamente la Madonna della santa casa di Loreto, come io toccai le soglie di questo palazzo, col proponimento di circondare il Cènci di solitudine e di desolazione.
Francesco Cènci fu alito corrotto di antico genio romano; alito latino uscito fuori da un sepolcro scoperchiato, ma pur sempre alito latino; ebbe indole indomata, talento schernitore, anima implacabile, e cupidit
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