Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 29 luglio 2025
Il conte Duccio Massenti è uno squisito gentiluomo, la cui compagnia avrebbe fatto piacere a tutti. Fuori che a me! interruppe Nicoletta. E tuo padre e tua madre non contano nulla, allora? domandò la signora Carlotta, aggrottando le sopracciglia.
Nella camera attigua Valeria singhiozzava tra le braccia dello zio Giacomo, e la zia Carlotta baciava Adele, e baciava Aldo, che, pallido con gli occhi rossi, stringeva la mano a tutti. Attraverso la porta socchiusa Nancy udiva le loro voci sommesse e bisbiglianti; e ne sentì un vago e languido piacere.
Sì, villa Florida. E la tua come si chiama? Villa Carlotta. È il nome della mia mamma. La mia mamma si chiama Clara Dolores. È un bel nome, osservò Nicla. E la tua mamma è bella? Credo, rispose Bruno. Anche tu sei bella. Nicla avvampò in viso. Non aveva mai udito da anima viva simili parole, e quantunque venissero da un fanciullo innocente, ne sentiva la molestia. Ora andiamo, disse Brunello.
Parlate pure: soggiunse tornando rivolgersi al pittore. Antonio apriva la bocca, quando l'uscio della stanza s'aprì ed entrò la superba, imponente ed importante persona del signor dottore. Vanardi rimase in asso, e Carlotta disse alla marchesa: Ecco il dottore.
Egli rappresentava agli occhi di lei la soluzione cognita, sicura, tradizionale e crassa della placida vita d'una signorina borghese: aveva in più, al confronto d'altri uomini incaricati di risolvere la vita d'altre signorine borghesi, il titolo di conte; il quale piaceva molto al cavaliere Maurizio, faceva diventar lustri gli occhi della signora Carlotta, ma non aveva eccitato la fantasia della fanciulla.
La signora Carlotta, poi, parlando di Duccio, non mancava di dargli dell'asino, perchè non aveva mai scritto; o domandava ancora a sè stessa e al marito quale segreto Nicoletta avesse potuto scoprire in barca. Poi riprendeva: «uno, due; uno, due»; mentre il marito sparava quattro calci all'aria, come per punteggiare il discorso.
E la zia Carlotta, anche lei, brontolava sempre pei denari. Diceva che quando voleva spendere cinque lire doveva girarle in mano tre volte, e poi se le rimetteva nel borsellino, e si lagnava amaramente che Adele non potesse trovar marito, perchè aveva troppo poca dote, e gli uomini oggi-giorno non guardavano che i denari. C'era la zio Giacomo, caro angelo di vecchio brontolone!
Al ben ordinato appartamento in via Durini, non veniva più la gente mitemente frivola che alla zia Carlotta piaceva. No. La casa era sempre piena di poeti. Poeti che restavano a pranzo, che suonavano il pianoforte, che parlavano sempre di sè stessi ad altissima voce e che trattavano lo zio Giacomo come se fosse il portinaio. Sedevano intorno a Nancy e le leggevano i loro versi.
I miei occhiali, Carlotta; dove sono i miei occhiali? Erano sul tavolo vicino. La cameriera li prese e li diede alla padrona; la quale messili a cavalcioni sul naso si pose a squadrare l'uomo che le stava dinanzi.
Durante il tragitto Nancy parlò poco, e la zia Carlotta e Adele la interrogarono invano. Seduta nell'ombra della carrozza, con gli occhi chiusi, teneva stretta la mano di sua madre e non sapeva dire alla zia Carlotta neppure che cosa le avessero offerto da mangiare! «Del thè?» Sì, del thè. «E delle paste?» Sì, delle paste. «Ma che genere di paste? e che cosa d'altro?». Nancy non si ricordava.
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca