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Aggiornato: 28 maggio 2025


Si ritirarono nella stalla e chiacchierarono tutti insieme dopo aver recitato il rosario. Erano molto seri; pareva che ci fosse burrasca per aria: se ne aspettava da un momento all'altro lo scoppio. Ma invece Zeno fu buonissimo: carezzò alquanto sua figlia e la guardò con insistenza, ostentando un poco di emozione.

La Sera indiana. Oh! certo le case invecchiarono di centomila anni, dopo il chiaro meriggio che con serici raggi carezzò loro le guance! Le case invecchiaron da un'ora, ed eccole curve sotto un fardello di tenebre. Han facce dure, mummificate!

Tante volte, quando mi cercano, chiedono di quella delle ciliege... È il tempo loro disse la suora, arrossendo Domani glie ne faccio avere. Domani me ne vado. Ma no! esclamò l'altra, scotendo il capo. Non voglio che se ne vada così presto! Ancora non siamo in gambe, figliuola! E le carezzò i capelli, col suo solito atto materno che le ingraziava le ricoverate più difficili.

Quando ci tornai, lo rividi all'uscita buffo! con un involtone di carta tra le mani. Mi s'avvicinò, mi carezzò; e trasse da quell'involto una bella, grande paglia di Firenze con una ghirlandina di roselline di maggio per me! Il capocomico. Ma tutto questo è racconto, signori miei! Ma , letteratura! letteratura! Il padre. Ma che letteratura! Questa è vita, signore! Passione!

Tutto il giorno la bella creatura rise, mostrando lo splendor dei denti: carezzò bimbi, ornò la sua cintura di fiori, gorgheggiò con lieti accenti. Nulla in essa turbò l’agile e pura grazia del gesto e dei lineamenti tan

Egli, allora, aiutandosi con tutti gli artifizi della mimica, le spiegò il pronome ed il verbo. Per il pronome, veramente, bastava indicare la sua graziosa vicina. Ma il verbo.... il verbo, come sapete, è il gran mistero di tutte le lingue. E i misteri si capiscono a volo, si sentono, si afferrano di schianto con tutte le virtù dell’intelletto, ma non si spiegano per indicazioni, per segni approssimativi. Nondimeno, trattandosi del verbo per eccellenza, e del suo modo indicativo, e del suo tempo presente, e della prima persona, Damiano ci si provò con coraggio. Additando lei parecchie volte, si carezzò il viso, storcendo gli occhi in atto di spasimo; additò lei parecchie altre volte, come per riferire a lei la carezza che aveva regalata a stesso; finalmente si recò le mani al cuore, e dal cuore le stese verso di lei in atto di preghiera, di desiderio, di tutto quello che segue e che per amor di brevit

E fattosi serio a un tratto, restò con la testa un po' inchinata sulla spalla, in atto di chi ascolti col più vivo interesse e con la massima attenzione. Il zu Vito si carezzò la bocca, poi gli raccontò come s'eran passate le cose tra lui e Striati, e lo pregò che volesse andar da quest'ultimo, a fargli intendere ragione. Sicuro.... principiò il notaro tutto indignato. Ma l'altro l'interruppe.

Sanseverino impallidì, nonostante la sua disinvoltura. Carezzò nervosamente il suo mustacchio sottile: ...gi

La zia Vincenzina la rimproverò perchè era stata tanto tempo senza lasciarsi vedere; l'abbracciò, la carezzò, le raddrizzò quel che c'era meno diritto in quel suo gran vestito di mussolina, e finì di dirle sottovoce: Ho un gran discorso a farti, in segreto. A tavola ti ho messa vicino a Cresti: sii gentile con lui.

Dopo aver toccato i vari cassetti dell'antico scrigno di mogano, fece scattare un battente e ne ritirò una cassetta di cuoio. Apri l'astuccio, palpò, carezzò colla punta delle dita le canne lucide e brunite delle pistole mollemente tuffate nella loro custodia di velluto, ne levò una piccola rivoltella di cui fece scattare rapidamente il grilletto....

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