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Aggiornato: 16 giugno 2025
Era un certo Petronio, bolognese, antico lavorante di canapa; condannato una volta per un ferimento da lui commesso nel calore di una rissa, gli avevano commutata la pena della galera nell'ufficio del carceriere, cosa non rara negli Stati del papa, dove son pochi gli uomini onesti e liberi che si offrano spontanei al mestiere dell'aguzzino.
Zt!...» fece il carceriere, premendo la mano sopra la bocca della sentinella. Poi, con un tono serio e profondo, Che? come? due carcerati? Poffar mio! Camerata, so che tu burli». Posò ancora in terra la lanterna, borbotton borbottone; si tornò a sedere dinoccolato presso di quella; pensò, vi bevve sopra, e tacque un momento.
Il carceriere guardò in faccia all'altro con un'aria di attonita mentecattaggine, poi diede fuori in uno scroscio di riso sgangherato, come chi ne sente una grossa, ed esclamando, Sì! son lì che covano!» bagnatasi di nuovo la gola, porse il fiasco alla sentinella, dicendogli: Bacia, bacia questa reliquia, che, a quanto vedo, il cervello ti comincia a ballare la frullana, e così finirai di darvi volta.
E poichè il carceriere e il prigioniero furono partiti del tutto, voltosi al cancelliere, con libero sfogo il giudice Marini proruppe: Questi indemoniati liberali sono tutti a un modo! Non si piegano neanche colle bastonate. Oh! se io potessi vorrei finirla presto con costoro! Una buona catasta di legne in mezzo a piazza San Pietro, e poi metterveli sopra tutti dal primo fino all'ultimo.
Il boia, il suo aiutante, il carceriere e altri due robusti sottocarcerieri si avvicinarono a Cornetta nel corridoio interno della prigione e gli dissero di star fermo, perchè gli dovevano legar le braccia. Appena Cornetta vide le corde, diventò giallo in viso, stralunò gli occhi, strinse i pugni, diede un urlo e minacciò chiunque gli si accostava.
¹⁹² D’Angelo, Giornale ined., p. 462. Proprio è il caso di esclamare: Da carceriere a carcerato!
In quel momento, quasi a smentire l'assertiva del carceriere, un lungo, penoso gemito uscì da una segreta vicina, la cui porta si apriva appunto in quel camerone, dov'era Petronio. Chi è? cos'è stato? esclamò egli. Sar
Aperta quella nella quale stava chiusa Beatrice, le venne ordinato di uscire; e mentr'ella, obbedendo al comando, poneva il piede sopra del montatoio, al chiarore vermiglio dei lampioni che il carceriere ed i serventi portavano, s'incontrò di faccia a faccia col Cristo di marmo, da lei poche ore innanzi avvertito sopra le porte del carcere della Corte Savella.
In quei tempi non si stava tanto sul sottile delle convenienze; e persone di Corte erano, come l'astrologo e il buffone, così il carceriere e il boja; i quali poi nella raffinatezza successiva non dovettero ricevere gli ordini, nè presentare la relazione ai grandi se non per infinita scala di intermediarj: tutto a vantaggio della verit
Il carceriere, essere miserabile, contento di bistrattare a baldanza le persone a lui consegnate, come le vide tolto quel cibo ch'era un sacrifizio gradito alla sua ghiottoneria, le divenne oltre misura severo, quasi per vendicarsi di lei che avesse demeritato un favore, unicamente a lui profittevole.
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