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Aggiornato: 12 giugno 2025


Io vidi il secondo gruppo di prigionieri, di 600 uomini, passare il Ponte Nomentano sull'Aniene. Essi sembravano in migliori condizioni dei primi. La maggior parte portavano la camicia rossa e il berretto rosso; alcuni avevan su questo delle penne; tutta la strada era illuminata da questi colori. Vi eran fra loro anche degli uomini maturi, dai capelli grigi, nell'uniforme della Guardia Nazionale Italiana. I capitani portavano ancora la spada, prova questa che avevano capitolato onorevolmente. Essi tacevano tutti; molti guardavano timidamente la folla che era venuta loro incontro da Roma. Un segnale dato dal corno avvisò che era giunto il momento del riposo; i soldati di scorta si stesero entro i fossati; dei prigionieri, la maggior parte rimase in piedi sulla via; alcuni si gettarono sulla nuda terra di Roma; altri si accomodarono a fianco dei papalini, i quali li lasciarono fare in silenzio; tutta la scena rappresentava un singolare quadro storico sul pittoresco paesaggio dell'Aniene, presso il vetusto e turrito ponte memore di Belisario. Su di esso stanno incise le armi di quel notevolissimo pontefice che fu Nicolò V, contro il governo del quale congiurò Stefano Porcari, per morire poi in Castel S. Angelo, per mano del carnefice. L'oro diffuso e luminoso del sole irradiava la solenne campagna, nel cui sfondo gi

Queste truppe venivano esercitate per turno sotto gli occhi stessi del re da abili capitani, da lui nominati e scelti fra i suoi trenta eroi.

Lo ricevettero con degli urli e dei gesti minacciosi. Lo accusarono di essere «causa di tutto il male» e lo coprirono di villanie. L'eccitamento divenne così intenso che i capitani dei carabinieri e della fanteria dovettero pregarlo di ritirarsi. Gli ufficiali, con delle buone parole, cercavano di calmarli. Promettevano loro tutto, compresa la giustizia.

Toltosi alle brighe soldatesche, al favellare importuno de' suoi compagni d'armi, Gabriele, solitario e pensoso s'aggirava sul finir del giorno pei porticati ed i cortili del Castello sperando trovare nelle illusioni dell'immaginativa la calma a quel tenero e doloroso pensiero che costantemente il martellava e da cui aveva in vano sperato sollievo nelle distrazioni dei consueti esercizii. Venuto nel Forte Gian Giacomo, e giunto a piè della torre, pensò salire sul baluardo per sottrarsi vie meglio alle ricerche, alle noiose inchieste dei capitani ed agli sguardi d'ognuno: asceso a lenti passi la spirale scalea della torre, entrò curvandosi per l'andito aperto nello spessore del muro ch'era la picciola quadrata porta, e spingendo la ruvida imposta che la chiudeva, uscì sul baluardo, dove andò tosto ad assidersi sul rialzo della casamatta d'appresso alle feritoie. Il vasto magnifico prospetto che di l

DEMOFILO. Ai tempi nostri non si ricorda che, da Adamo in qua, sia nato alcun dal ciel piú largamente dotato e favorito e sovr'ogni altro fatto felice; non cavando alcuni passati imperatori o capitani.

Sfogliamo un poco tra le pagine di codesti titoli vetusti. Dagli stati di servizio prodotti dai capitani Zorzi Rizzardi e Don

Luna, che percorri frettolosa il cielo di Roma, tu non vedrai più nemici vinti, se non iscolpiti sopra i monumenti degli antichissimi capitani.

Per quanto aveva durato lungo quel giorno benedetto, io era andato leggendo gli Apoftegmi dei re e capitani famosi esposti dal Plutarco, sicchè gli occhi mi frizzavano forte, e la mia testa mi pareva ripiena di cotone; per la qual cosa, chiuso il libro, mi ripiegai sopra me stesso, e pensai, commentai, ampliai, e restrinsi quello che aveva letto, e quindi, dopo tanto vagare di cervello, d'induzione in induzione mi condussi a conchiudere: andiamo all'osteria!

Ed un giovane, uscendo dal gruppo dei cortigiani e capitani di Gisulfo, parlò: Monsignore, con la permissione vostra e dei bravi signori che mi ascoltano, io porto avviso che e' sarebbe meglio domandar prima come di tal proposta intenda Roberto Guiscardo.

Era la guerra civile nel vero, terribile senso della parola, che aveva qui in Roma il suo quartiere generale; da qui il re di Napoli dirigeva le mosse, nominava i capitani; da qui la reazione mandava i denari. Ci poteva essere un caso più grave, nel quale il governo fosse tentato per la salus reipublicae di procedere per mezzi spicci, rigorosi, terribili?

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