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Glie ne chiudevi tra le pagine dei libri, glie ne posavi sul davanzale, glie ne mettevi sotto il tovagliuolo, perfino dentro i guanti. Mortella. Non è vero, non è vero. Costanza. Come! Tuo fratello è qui che può dirlo. Certo, Bandino si rammenta che ti canzonava per quel tuo intercalare intraposto a ogni specie di discorsi: «E ora, via, mi racconti una bella storia».

Carolina, che era una grassa romana dalla bocca sempre atteggiata al sorriso, e canzonava volentieri la sua padrona, compiangeva i viaggiatori, che erano accanto a quella tenera coppia nella carrozza Pulmann. Scommetterei che non possono dormire; la signora ha il diavolo addosso! E al principe d

Annuccia lo canzonava piacevolmente per un certo matrimonio che gli era stato proposto con una ricca signorina; il fratello canonico, a cui spiaceva che la cosa si mettesse in burla, cercava di interromperla con delle gravi considerazioni.... Lui, pur rimbeccando la sorella, guardava la mamma: lo sapeva quanto gli stesse a cuore quel matrimonio alla buona vecchierella! e vedendo a rannuvolarsi il suo povero volto disfatto dalla malattia, ammiccava con gli occhi per rassicurarla....

Metilde trovava quelle attenzioni esagerate e ridicole, li canzonava tutti due; diceva ch’egli simulava le smorfie del bambino per farsi medicare dalla dottoressa di cucina.

Lo stesso cardinale dal dito di Dio si rivolse alle formidabili ingiurie, capì che il maggiore irritato non canzonava, mise la papalina in testa, abbassò dopo un istante di esitanza il famoso ditaccio, e si fermò ragionevolmente ad ammirare la sfilata delle truppe francesi, che ora procedeva a dovere. E storia genuina è tutta questa, e il maggiore Fauchion, se ancora vive, può attestarla.

E il medico condotto di Casorate, il dottor Carlo Chiari, quel mangiapreti, ci dava dentro anche lui, per il bruciore patito in causa della Cristina. Ma poi, da quello scettico che era, canzonava gli uni e gli altri. La Cristina non osava quasi mettere un piede fuori della casa parrocchiale.

Silvio cercava invano di distrarre la sua sposa, conducendola in carrozza sulle rive del Sile o della Piave; essa preferiva recarsi a Treviso per mettere in mostra i cappellini e i vestiti, e fare invidia alle provinciali colla sua eleganza. Nei giorni piovosi trovava la campagna insopportabile, e non poteva comprendere come si potesse restarvi l’inverno senza morire di noia. Il tedio della solitudine la rendeva acre e mordace; si burlava collo sposo della dabbenaggine dei contadini, della goffaggine degli amici di casa, canzonava la semplicit

Ah!... venderei l'anima al diavolo pur di farla vedere in candela a quel cane d'un bottaio! Allora Santo si metteva a ridere; lo canzonava. No, ora il diavolo anime non ne comprava più, forse era agli sgoccioli come loro.

Offriva un sigaro ad un generale, passando una rivista, ma gli prendeva un grazioso scibuk di schiuma ed ambra. Gustava al pane del soldato onde avere il pretesto di trovare il pane cattivo e far pagare agli appaltatori una forte ammenda, cui intascava. Canzonava volontieri i suoi ministri, ma per soggiungere con più famigliarit

Zecchini metteva fuori degli utili consigli per gli arredi, Bonifazio lo canzonava; Mosè dava sempre ragione al padrone, il quale dopo di aver ripetutamente disapprovato i piani dell’amico finiva qualche volta coll’adottare quei consigli che aveva respinti con ironia e indignazione.