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Aggiornato: 10 maggio 2025


Questo suono continuo, cadenzato, confuso con le voci monotone e le cantilene dei mulattieri accresceva il supplizio del viaggio²³⁰. Vogliamo sentirne una di siffatte cantilene? Ce la dice il Rezzonico, che la udì nelle sue escursioni per l’Isola: Au! cani, cani, Spaccafurnu, cani!

Ah no, scusati! Nni stati facennu divintari vui cani e gatti cu lu vostru gustu e lu vostru piaciri, vo' circati pirchì! Iu, cucina! No! L'ossu vi cci sta facennu divintari, pirchì sta vota è duru a lu spurpari! Gi

Le miniere gli avevano procurato qualche vantaggio e non voleva buttare il suo ai cani: mentre questo figliuolo, questo Bagliani, per poco che sapesse fare col vecchio zio, avrebbe potuto cavargli il cuore.

Questi miei ottimi amici erano due cani barboni, un bassetto, un bracco e un stupendo bull dog d'un anno, mio prediletto fra tutti. Quando nel tempo della mia senilit

E voi, facchini, che scaricate i carretti degli ortolani tra i cavolifiori fradici, bocche selvagge di latrine!... Voi, che v'aggirate intorno ai macelli nel fetore tagliente delle concerie.... Voi che disputate ai cani i grandi pasticci fumanti d'immondizie, incensieri venerabili dei mercati, il cui vapore pervertisce l'aurora.... Voi che raccattate preziosamente questi tesori: detriti di carne, buccie di legumi, teste appassionate di pesci che rivivranno, in bouillabaisses tonanti, nei vostri stomachi-cloache....

Freddo e duro con i suoi proprii simili, amava d'umano amore le bestie. Appassionato della caccia, i suoi cani gli tenevano luogo d'amici: parlava con essi, li baciava, li guardava lungamente negli occhi quasi per penetrare nell'oscura anima bruta.

Cani rognosi! rozze pustolose! Cuori di lepri! Orecchie di conigli! Razza di scorpioni! Non avete altro che un'ulcera fetente al posto del cervello, sotto le vostre fronti schiacciate.... ecc.

Ma , ma , la mano mi serve ancora; disse mastro Bernardo ridendo, Credevo di averti fallato per colpa mia, e tu mi consoli, adesso. Vien qua, abbraccia il tuo vecchio principale, e raccontami, come hai potuto cavartela dalle granfie di quei figli di cani? Eh, potaste chiamarli cani addirittura, senza tanti rigiri! notò il Maso, che voleva sempre dire la sua.

Emilia scendeva nel giardino ad aspirare il profumo selvatico delle notti serene. Coglieva a volo nelle mani bianche e sottili qualche lucciola sperduta e la posava tra i capelli, ridendo in su, verso Roberta che guardava dalla finestra. I cani abbaiavano invisibili, sui colli neri; i palmizii non si muovevano per alito d'aria; il silenzio massimo non era calato per anco sulla terra, ma gi

L'infermeria carceraria è una nota dolorosissima. A Milano gli ammalati sono trattati, direi quasi, meglio che negli altri luoghi. Ma qui e dappertutto ho dovuto convincermi che nei casi d'urgenza si muore come cani. Vi narrerò due casi che non ho ancora dimenticati. Ero a Bologna al tempo del processo Luraghi, Favilla, Platner e non so chi altro.

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