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Aggiornato: 12 luglio 2025
Dan-dan di campana a martello squillante dal buio Infinito, ne l’ora d’un sogno tremendo noi tutti t’abbiamo sentito. Vorremmo assopirci ne l’ombra, ma tu sei de l’ombra più forte: ci sveli il perchè de la vita, ci sveli il perchè de la morte.
Barcollante, senza poter articolare una parola, credendo di venir meno ad ogni passo, egli rientrò in casa. Ma invece di salire alla sua camera per coricarsi, entrò al buio nello studio, e col
Nel buio con calma ho regalata la mia vita di grande poeta a questa divina parola: Italia, che merita oggi la vita di mille mille poeti altissimi. Ora ricordo la formola di equitazione: per saltare un ostacolo a cavallo bisogna gettare il cuore al di l
Arrivai a Granata, era buio fitto, non vidi neanco il profilo d'una casa. Una diligenza, tirata da due cavalli «....... anzi due cavallette Di quelle di Mosè l
Come la disgrazia diventa più grossa, come il buio somiglia più buio e pieno di diavolerie e come sembra di aver sullo stomaco una pietra da mulino!...
Laura è seduta presso un tavolino da lavoro e sta ricamando. È una giornata d'autunno. All'aprirsi della scena le finestre mettono ancora un po' di luce. Siete voi Nordi? Buonasera. Buonasera, signora Laura. Ci volete lasciare gli occhi? Che cosa fate con questo buio? Ricamo. A memoria? Che volete, sono così sola! Ad accendere i lumi mi s'allungano le serate.
Dieci ducati di oro! E' ci era da comprare un reame. Volevamo andare tutti: per metterci d'accordo facemmo il conto, e toccò a me. Sciogliemmo le corde, che noi altri cacciatori di montagna costumiamo tenere cinte a più doppii intorno alla vita, ed annodatele insieme ci parve potessero bastare per giungere laggiù: mi calarono; con la sinistra agguantava la corda, con la destra stringeva la coltella tagliente meglio di un rasoio: arrivo al nido, lo stacco, me lo assicuro fra il braccio, e il costato. Gli aquilotti strillano, sono sordo; gli aquilotti beccano, gli lascio beccare: agito la corda, mi tirano su, ed incomincio a salire piano piano come una secchia: ogni cosa cammina d'incanto. Giunto a due terzi, e forse saranno stati anche i tre quarti, della salita, mi percuote un rumore di aria rotta violentemente a modo di turbine, e m'intronano stridi disperati. Il giorno diventa buio, e al tempo stesso due punte m'investono, di cui l'una mi straccia la pelle del capo, e l'altra mi fora il cappello, e se lo porta via; perocchè le aquile fossero due, maschio e femmina, e a quanto pare, come Gildippe ed Odoardo, amanti e sposi: per giunta poi, genitori degli aquilotti che portavo meco. Ambedue rivolsero il volo per piombarmi di nuovo a perpendicolo sul capo. Io non aveva mai visto aquile così sterminate. Santo Uberto mi aiuti! Quando mi vennero vicino menai colpi da disperato; ne giunsi una fra la spalla ed il collo, ma non la ferii bene; all'altra mozzai un quarto di ala: ma egli era nulla; si alzavano, si abbassavano, volteggiavano, mi ferivano nel petto, su le spalle, nei fianchi, si avventavano così ratte ad artigli spiegati contro i miei occhi, che davvero incominciai a pentirmi di essere disceso laggiù: però mi difendeva il molinello, che faceva stupendamente veloce con la coltella per tutta la persona. Pensate un po' voi se dovevano, o no, essere nuovi spettacoli un cristiano sospeso per l'aria, che girava girava come fuso che torce la canapa, col nido degli aquilotti in collo, giuocare di scherma incontro alle aquile, le quali con tutte le malizie loro s'ingegnavano lacerarmi, e lo abisso pieno di stridi degli uccelli, e di voci umane le mille volte ripetute dagli echi, di penne svolazzanti, di sangue grondante, e di furore. Nel voltare la faccia in su incontro la faccia dello sconosciuto sporgente dalla balza, che rideva mostrando i denti a guisa di lupo quando ha fame; mi si abbagliarono gli occhi, e un sudore diaccio mi corse lungo la spina... Santa Vergine! Quale orrore! Nel menare colpi io aveva per inavvertenza tagliata più che mezza la corda, gi
I meccanici intanto, nel buio logico della mia camera, per la coda trattengono elasticamente la mia ansia di volo, come si tiene a guinzaglio un cervo volante.... Via! Lasciatemi! Parto!
Hanno donne per mano, hanno fardelli sul dorso, hanno la fronte umilïata. Dalle basse finestre, anche: dai muri fenduti a un tratto, e poi richiusi, un dietro l’altro, irrompono: in quegli occhi di vetro ti riconosci, ed in quei volti duri. Tutti di qualche patria esuli figli sono, e in cuore ne portan crocifisso il rimpianto; e di notte, a buio fisso, i lor fardelli sono i lor giacigli.
Attraversò anch'essa la strada dove, fingendo d'incontrarsi per caso, si salutarono...... Il barone, prima ancora che il ragioniere di casa consultasse i registri della convenienza, si mosse. Un gran buio sì fece a un tratto nel suo cervello e i numeri scritti col gesso scomparvero sul fondo della tavola nera.
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