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Aggiornato: 26 giugno 2025


Nella via di Santa Teresa, ad asolare davanti al palazzo San Ginesio, di cui le parole del maligno contino gli avevano indicata la situazione. Sicuro; egli non aveva mai pedinata la carrozza della marchesa, e costei abitava per l'appunto laggiù, a pochi passi discosto da Filippo Bertone. Dall'abbaino dell'amico aveva veduto la finestra della dama e il cuore non gli aveva detto nulla!

Aspetti, disse ella, adesso chiederemo alla signora Paolina, e chi sa ch'ella non sappia dove è andato a stare il suo amico Bertone, io non sono qui che da un mese. Signora Paolina! Chi è? domandò da un uscio in fondo al pianerottolo una voce chioccia ben nota a Nicolino Ariberti.

Ma è colpa tua, sai. Tu vivi sempre nel tuo guscio, come la chiocciola, e allora non c'era caso di vederti mai a teatro. Filippo Bertone diede un'occhiata malinconica al chiodo da cui pendeva il suo venerando giubbone; indi un'occhiata al cielo, come se volesse fare un'offerta a Dio di quel suo capo di vestiario.

A proposito della soffitta, ecco un particolare da non doversi passare sotto silenzio. Filippo Bertone aveva il suo quartierino nella medesima casa che sapete; era sceso di due piani, ma aveva serbato fede al suo nido, e quella soffitta non l'aveva ceduta a nessuno, e andava a chiudersi lassù quando voleva e poteva attendere a' suoi studi prediletti. Quella piccionaia sotto i tegoli era stata la sua prima dimora; col

Per altro, non dovevano essere sciocchezze del tutto, perchè, alle parole del Balestra, il sarcastico Ferrero si era fatto bianco in viso come un panno lavato. Il contino gli die' una mano in buon punto, facendosi a sviare il discorso. E adesso, chiese egli, questo Bertone studier

Anche Filippo non pareva più quello d'una volta; era anzi mutato, trasfigurato in tal guisa, che il vecchio maniscalco di Mondovì, se quel giovinetto gli fosse capitato per davanti agli occhi, non avrebbe a tutta prima riconosciuto suo figlio, e riconosciutolo, avrebbe pianto dalla contentezza, parendogli d'essere diventato di punto in bianco il genitore d'un principe. Filippo Bertone era vestito con molta semplicit

Scusami, e trova il modo di scusarmi presso la signora marchesa; disse Ariberti a Filippo Bertone; io l'ho troppo amata in illo tempore e mi sentirei oggi troppo ridicolo, presentandomi a lei. Gi

Gli allegri giovani, quasi tutti suoi compagni di studio, gli avevano dato una superba guardata, senza scomodarsi altrimenti a salutarlo. Anche l'Ariberti, che era il più esposto, perchè più vicino ai cristalli, era rimasto cogli occhi in aria, facendo le viste di badare a tutt'altro. Sempre i medesimi stracci! disse il Ferrero, che era di tutti il più accanito contro il povero Bertone.

E quell'ipocrita, nemmeno! Addosso all'ipocrita! Infatti, che cosa significava quel davanzale ornato di fiori fin dai primi giorni della sua dimora lassù? Mirava ad attirare gli sguardi della signora, il furfante. E poi, quell'essersi rimpannucciato d'improvviso! Era perfino diventato bello. Lui, Filippo Bertone! C'era da crepar dalla rabbia.

E pensava involontariamente al contino Candioli; e gli tornava davanti agli occhi l'immagine di Filippo Bertone, colla sua marchesana di San Ginesio, quella superba Giunone che non si era degnata di volger gli occhi su di lui, Ariberti, se non per mettersi a ridere. Al diavolo le donne, alte e basse, dame e pedine!

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