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37 Poi mostra Cesar Borgia col favore di questo re farsi in Italia grande; ch'ogni baron di Roma, ogni signore suggietto a lei, par ch'in esilio mande. Poi mostra il re che di Bologna fuore leva la Sega, e vi fa entrar le Giande; poi come volge i Genovesi in fuga fatti ribelli, e la citt

E quel baron che di ramo in ramo, essaminando, gi

E se fia mai, che de' reali eredi Il giustissimo scettro unqua s'infesti, Di quanti Cavalier vedi, e non vedi, L'armi fien pronte, e i fieri cor fian presti. Mentre dicea, ne le dorate sedi Affermar quei baron veduto avresti; Quinci AMEDEO dopo i sacrati uffici Al palagio sen va fra i duci amici.

Come talor scagliosi il curvo dorso A salto, a salto se ne van delfini Terror portando col terribil morso Entro i minuti eserciti marini, Tal per diversa via volgendo il corso Sen van quei duo baron tra' Saracini Pur con le spade in man facendo audaci Il gi

L'anno medesmo di lontan paese con la moglie un baron venne al castello, a maraviglia egli gagliardo, ed ella, quanto si possa dir, leggiadra e bella; 52 men che bella, onesta e valorosa, e degna veramente d'ogni loda: il cavallier, di stirpe generosa, di tanto ardir, quanto più d'altri s'oda. E ben conviensi a tal valor, che cosa di tanto prezzo e eccellente goda.

14 Quivi divenne intrinseco e fratello d'un cortese baron di quella corte, che nei confin di Servia avea un castello di sito ameno e di muraglia forte. Nomossi Argeo colui di ch'io favello, di questa iniqua femina consorte, la quale egli amò , che passò il segno ch'a un uom si convenia, come lui, degno.

Ella così parlò: quinci secura Di quel buon cavalier fu la salute, Mentre cadean ne la battaglia dura Tanti baron tra le saette acute. Svegliare intanto Turacan procura Entro gli assalitor forza e virtute, Ed il suo stuol ne la cittate invìa, A cui dincontra il gran Orsin sen gìa. Perchè lasciaste, o di Gesù campioni, Sul fior de gli anni la paterna sede?

Carissimo al regnante era Emerigo Per assai merti in guerra e pace, e quando Avvenne del baron la crudel morte, Fu visto nella reggia il coronato Balzar dal soglio, e impallidire, e gli occhi Empirglisi di lagrime, e le grandi Rammemorar virtù del cavaliero, Giurando alta vendetta. Ora Ugonello Vincolato ecco giace entro i profondi Umidi cavi di vetusta torre; E provata apparendo omai la nera Trama ed i sortilegi e l'omicidio, Gode l'accusator, gode una turba D'invidïosi or satisfatta, e ognuno Di que' nemici aspetta la imminente Del prigionier condanna; e non pertanto V'ha moltitudin pur d'illustri e d'imi, Che reo stimar non san quel, gi

Vennesi a l'arme, e con terribil core Travagliossi ciascun per sua salute: Ma, contrastando a barbaro furore, Non ebber peregrin pari virtute: Tratti furo i robusti a l'ultime ore, Nostre persone al ferro, indi vendute Ad un turco baron, nei cui servigi Molto sudammo ne i paesi frigi.

76 O sia la fretta, o sia la troppa voglia d'uccider quel baron, ch'errar lo faccia; o sia che il cor, tremando come foglia, faccia insieme tremare e mani e braccia; o la bont