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Aggiornato: 5 giugno 2025


Quando sento fra orrende, avide spire Nel tenebror dibattersi la mente, E la virtù possente Che m’infiamma le vene è per morire, Ti guardo, o Madre.

Si abitua a non misurare più le sue forze, fino al momento che il debito non lo ha ridotto allo stato di strumento facitore di ricchezza; egli come una pompa assorbe dalla terra i suoi tesori per dissetare avide bocche.

Ma ella, con una forza raddoppiata dalla disperazione, si svincolò dalla stretta di lui e incominciò a correre per la stanza, rovesciando mobili affinchè le servissero di barriera, schivando le mani avide che si stendevano di continuo per abbrancarla, respingendo quella bocca protesa per cogliere un bacio sul suo volto.

La fiamma della paglia non morse così subito alla legna alquanto verde del faggio e dei querciuoli e alle stramaglie fresche che addobbavano l'alta piramide su cui era stata conficcata la vetta d'un pino comune; ma nella nuvola fumosa che il vento andava dispiegando come una fascia cinericcia non tardarono a guizzar avide lingue di fuoco, che crepitavano con un rumor secco, penetrando nelle fibre dei tronchi.

Si assettò di nuovo, se lo coricò sulle ginocchia, gli porse una poppa... l'altra.... Ohimè! erano inaridite!... Una notte come quella, in fiero struggimento e prolungato, ne aveva esausto il latte. Invano il bambino colle avide labbra facea forza di suggere; invano ella stessa le premeva; a forza di dolori ne sprizzava sangue vivo, ma nessun nutrimento. Un'altra idea s'aggiungeva dunque alle atroci da cui era gi

Esso occupava un ricchissimo palazzo, i di cui ampi locali capivano a meraviglia le innumerevoli educande; eravi annesso un delizioso giardino, in cui nelle ore destinate al sollievo si lasciavano libere ricrearsi quelle giovinette avide sempre di moto e d'aria.

Oh, vivere la piena vita!... Oh, fra le avide mani stringerla, per sete di spremerne ogni succo, ed anche il male, e le più aspre verit

Le rughe vi si moltiplican ratte, e le vuote pupille s'oscurano a contemplare, avide, intente, l'esasperato slancio della strada che follemente sospinge l'eterna disperazione di quello strano, immobile torrente. O decrepite case dalle facce arcigne, perchè aggrottate così le vostre ciglia granitiche?... Io non ascolterò i sinistri rimproveri che i vostri cupi androni van borbottando la sera!

E quelle turbe, briache di sangue, piene di sdegno e di livore, avide di sfogarlo sopra qualcheduno, desiderose di trovare un capro espiatorio, sono liete di poter sfogare su di lui la loro rabbia, il loro sdegno; egli viene maltrattato, battuto, percosso; cento pugni lo minacciano; molti cadono fitti, fitti, sul suo corpo; egli ne sente il dolore; grida, urla, strilla, cerca di parare i colpi, ma non riesce; si professa innocente; gli rispondono colle risa e finalmente lo atterrano.

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