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Il Manzoni soggiunge. "Era questa veramente l'opinione del Parini? Non si sa; e l'averla espressa così affermativamente bensì, ma in versi, non ne sarebbe un argomento; perchè allora era massima ricevuta che i poeti avessero il privilegio di profittar di tutte le credenze, o vere o false, le quali fossero atte a produrre un'impressione o forte o piacevole. Il privilegio! Mantenere e riscaldar gli uomini nell'errore, un privilegio! Ma a questo si rispondeva che un tal inconveniente non poteva nascere, perchè i poeti, nessun credeva che dicessero davvero. Non c'è da replicare; solo può parere strano che i poeti fossero contenti del permesso e del motivo." Noi abbiamo qui un Manzoni intieramente critico; il poeta creatore è scomparso. Ma quanta novit

Tanta piena d'amore inondava in que' rapidi beati momenti l'anime degli Italiani, che avrebbero abbracciato, purchè avessero una coccarda tricolore sul petto, i pessimi tra i loro nemici. Nella genesi dei fatti, la logica è inesorabile; possono falsarla utopie di moderati o calcoli di politici obliqui.

Imperciocché tutti li mercanti delle altre piazze d'Italia, ogn'occasione che avessero di mandar contante effettivo a Venezia, proccurarebbero di mandar argento e non oro; ed eccone per maggior chiarezza un esempio.

Si partì subito in ferrovia per Terni, dove incontrammo parecchi dei fuggitivi prima della battaglia quasi avessero il rimorso di far ritorno alle loro case, e di l

Ciò apparirebbe agli uomini assai più facilmente se le vecchie religioni storiche non avessero tutto l'interesse di far della religione una cosa professionale e di fissare della norme di vita e un tipo di bont

Gli pareva che tutti avessero a ripetersi per lui; e veramente sebbene non se lo volesse confessare non era senza inquietudine che pensava alla prima notte nella sua gran camera, così grave con la tappezzeria di lampas giallo e la vôlta a dorature annerite dal tempo.

Niente di straordinario ci sarebbe infatti se lo Zola, o il Daudet, o il Bourget ci avessero dipinto Currita d'Albornoz, e la societ

Ho trascritto deliberatamente, e checchè altri possa dirne o pensarne, queste parole, perchè toccano una piaga ch'io reputo mortale all'Italia, se la crescente generazione non fa di liberarsene ad ogni patto. È sorta negli ultimi otto o nove anni, fra coloro che si professano amatori della patria loro, una setta d'uomini che diresti avessero tolto ad impegno d'infamare gl'Italiani davanti a stessi ed ai popoli, non solamente come codardi, ma come codardi e millantatori. Influenti, taluni per condizione sociale o ricchezza, tutti per opinione di liberalismo forse sentito, ma di certo tiepidamente sentito non privi d'ingegno, ma senza scintilla di genio e guasti dalle abitudini d'un'analisi gretta, sterile, cadaverica, tolta in prestito al secolo decimottavo fermi irrevocabilmente nell'animo, tra per difetto di vera scienza rivoluzionaria, tra per paura, di non mai fare, ma pur vogliosi, per certo essendo l'obbligo che corre a ogni uomo in Italia, d'essere e più di parere agitatori animosi stanno fatalmente capi ed oracoli della gioventù buona della Penisola, e s'inframmettono inevitabilmente moderatori in ogni moto di malcontento popolare che minacci di tradursi in azione, in ogni ardito disegno degli uomini che amano davvero la patria e con animo deliberato di sacrificare ogni cosa più cara a farla libera e grande. Costoro, con tre o quattro adagi rubati all'aggrinzita, decrepita, diplomatica politica conservatrice e con certi ragionari ad arzigogolo ch'essi intitolano machiavellici e sono un insulto all'ingegno di Machiavelli, fanno l'uffizio della torpedine sull'anime più avide di vita e di moto. Quando il fremito non prorompe in segni manifesti e le proposte d'azione non partono se non dai pochi valenti a indovinare, anche latente, quel fremito, essi ed è il meglio armeggiano a viso aperto contro ogni possibilit

Sicuro che gli amici avessero fatto le pratiche, che ci era stato consigliato di fare, io sentii sollevarmi un gran peso dal cuore, appenachè potei muovere un passo nella citt

In quell'anno, il Modena non diede a Pavia che sei o sette rappresentazioni. La polizia, inetta a contenere gli entusiasmi, tremò che avessero a svilupparsi in atti di ribellione. Noi udimmo, dopo la Zaira, il Saulle, il Luigi XI, i Due Sergenti, la Clotilde, il Polinice, il Giocatore e la Calunnia. Bello nella Zaira, come più tardi lo fu il Salvini suo discepolo e imitatore, commoventissimo nei Due Sergenti, nobile ed arguto nella Calunnia, straziante nel Giocatore, atrocemente vero nel Luigi XI, è però d'uopo convenire che in nessun dramma o tragedia ebbe il Modena più largo campo a rivelarsi come nel Saulle di Alfieri. Gli spettatori, seguendo sulla scena le movenze di quel biblico Re, udendo la feroce parola di quell'ipocrita tiranno, comprendevano che l'artista, riproducendo con tanta enfasi di verit