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Nel 1492 i Benedettini di Santa Giustina di Venezia subentrarono ai cluniacesi, obbligandosi a pagare annualmente alle Procuratie 150 ducati aurei. Nel 1798 fu soppresso e fatta la vendita de' beni.

Gloria sorrise all'immortal portento, Onde crebbe ogni scritto a mille a mille; Non più temuto danno Fu il perir de' giovanti, aurei volumi: Ma con sacre faville indi incremento Trasser tante malefiche faville, Che se qui il ver, l

Férmati, Apollo, pregoti, nel grado, ch'oggi ascendendo e poggi e selve abbelli, e gli aurei tuoi capelli tempratamente spandi a l'universo; onde amorosi, leggiadretti e snelli ne vengon gli animali tutti al vado non d'Istro, Gange o Pado, ma del suo natural obbietto verso, c'ha l'un de l'altro, quand'è 'l ciel piú terso, verde la terra, il mar tranquillo e piano. Amore.

Ma l'ombra scese della sera, a poco A poco invase il cielo ed ogni loco, E stese un velo sui ricordi lieti. S'adombraron le lucide pareti, Smorti si fero i bei colori, spenti Gli estremi bagliori aurei correnti In su le stoffe sontuose e oscure, Sulle quali vivevan le figure Dipinte una esistenza tenebrosa Mentre morìa la vita vera. Ascosa Malinconia sorgeva nei recessi Amati dove dagli Dei concessi Divini istanti eran trascorsi. E voci Sorger pareano arcane e dubbi atroci Mormoravano allora e di segreti Dolor non anco espressi dai poeti Svelavano a met

Di Tibullo e Properzio, aurei ancora, si disputa in qual anno nascessero, ma si crede negli anni ancor della repubblica. Ovidio nato negli ultimi è certo il meno aureo degli aurei. Fedro, un servo trace nato piú o meno tra le due etá, è aureo di stile, ma il genere trattato da lui è di quelli minori, scelti appunto quando vengon meno i maggiori.

Qual s'avvien, che Vulcan selva divori, Quando fra l'arse piante Austro discende; Mirasi il ciel sotto i dispersi ardori, Ch'orribile a veder, lunge risplende; Tal da l'armi dorate aurei splendori Il sol quì tragge, e così l'aria accende, Che fiammeggiavan di volanti lampi Le rive, i colli, le foreste e i campi.

Fuior del caduco mondo aurei splendori Ornano campi, ove Regine, e Regi Di sempiterno gaudio empiono i cori, Premio dell'armi e degli affanni egregi; Or se con me goder cotanti onori Di fragil vita per desio non spregi, Sugo ti porgo, che d'un sorso solo Basta il vigore, e te ne vieni a volo.