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Aggiornato: 22 giugno 2025
Mille pendono dalle forche che non han fatti tanti malefici come tu; tutti li abbiamo caricati sopra di te. ASTROLOGO. Ed io posso sopportar tal carico? RONCA. Lo sopportarai maggiore quando il boia ti caricará sopra le spalle! ASTROLOGO. A te, a te! E non mi volete dar almeno qualche cosa?
Perchè non ricorrete a Tommaso Pizzano?» gli suggerì Ramengo. Era il Pizzano un astrologo, in quel tempo rinomatissimo ad Avignone; e il sostituire ai calcoli della prudenza gli indovinamenti degli impostori o le lusinghe di chi non sa che consentire, era allora, e non allora soltanto, ottimo spediente per gli esitanti.
LELIO. Chi è costui che opra cosí gran maraviglie? CRICCA. Uno astrologo nuovamente stampato, che con le sue astrologherie astrologa tutti gli uomini. LELIO. Che ha che fare l'astrologia col transformare un uomo nell'altro? CRICCA. Che so io? non potrei tanto dirvene che non restasse piú a dirvene. LELIO. Che ne sai? CRICCA. L'ho visto con questi occhi.
CRICCA. Dimmi, signor astrologo, per quanto tempo durerá il vignarolo nella figura di Guglielmo? ALBUMAZAR. Per un giorno naturale. CRICCA. E ci sono anco i giorni contra natura? ALBUMAZAR. Il giorno naturale se intende di ventiquattro ore. CRICCA. E quello contra la natura?
ALBUMAZAR. Tu sei pazzo e presentuoso; e se non ti emendi, ti farò pentire della tua pazzia e prosunzione! PANDOLFO. Taci, bestia! quei vocabuli sono arabichi e turcheschi. CRICCA. Astrologo, di che ciera ti paro io?
ASTROLOGO. Ah, ciel traditore! ARPIONE. A te, che sei astrologo, ti hanno ingannato i cieli. ASTROLOGO. Ed è il peggio: ingannato da voi. ARPIONE. Or te ne avvedi: dovevi pensarci prima. ASTROLOGO. O Dio, o Dio! anzi, che tardi mi accorgo chi sète voi. RONCA. Siamo stati tanto tempo teco e non ne hai conosciuti?
Vignarolo, di' a Sulpizia che cali giú li addobbamenti di damasco con quelle trine d'oro e tutti gli argenti miei, e che sgombri la camera e l'adorni tutta; e torna volando. VIGNAROLO. Cosí farò. PANDOLFO. O felice me, o benedetto astrologo! eccomi giunto a quanto mai ho desiderato: posseder Artemisia per isposa. Cancaro! se ci dovesse andar la vita.
PANDOLFO. Cricca, tu non hai male alcuno. CRICCA. Ancorché parli e mi muova, pur non posso credere che sia vivo. Signor astrologo mio, ti chiedo perdono. ALBUMAZAR. Impara a schernir gli astrologhi! PANDOLFO. Seguiamo, signor Albumazzaro. ALBUMAZAR. E perché la luna, come dicemmo, da Capricorno passa in Acquario e in Pesce, il vostro Guglielmo è morto nell'acque e se l'hanno mangiato i pesci.
RONCA. Questa volta i discepoli hanno saputo piú che il maestro: noi giovani t'insegniamo a te che sei vecchio d'anni e d'inganni. ASTROLOGO. Mi date licenza che vi dica una parola? RONCA. Dinne cento, ché noi siamo piú tuoi che tu del diavolo. ASTROLOGO. Questa vostra impietá mi fará divenir uomo da bene. ARPIONE. Non può essere che tu facci tanto torto alla forca che ti aspetta.
Egli ha trovato un astrologo che gli ha promesso trasformare il suo vignarolo nella vostra effigie, e sotto il vostro nome entrar in casa e dargli la sposa promessagli; ma io essendo stato avisato dell'inganno prima, credendo scacciar il vignarolo ho scacciato voi.
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