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Non si raccontava, per esempio, che il Paganini aveva assassinato una donna; non si vendeva per le piazze un lamento, stampato in foglietti volanti, e le cui strofe erano sormontate da una grossolana incisione, che rappresentava il Paganini, affacciato alle inferriate della prigione?

ARPIONE. Sarò io cosí assassinato da voi? CRICCA. Ah, di grazia, signor Albumazzaro! ALBUMAZAR. Non te lo dissi io? RONCA. Non ti lasciarò mai se non ti farò passare il cuor di mille punture. ARPIONE. In mezzo la strada, di giorno, assassinio grande! RONCA. Tu non scapperai vivo dalle mie mani. ARPIONE. A me questa, eh? CRICCA. Misericordia misericordia!

, concediamo la più dura provocazione, per parte del conte; è chiaro che l'accusato, volendo reagire, ha assassinato il gentiluomo nel modo che tutti sanno.... È inutile, dunque, cercar di torturare l'unica testimone che abbiamo, di confonderla, di atterrirla per gettar l'equivoco in un processo che, per noi, è limpido.... Questa insistenza dimostra che si vuol davvero scusare, cuoprire un delitto....

Come può essere avvenuto che un uomo sia stato assassinato, trascinato sino alla porta della vostra stanza, senza che voi abbiate udito il più piccolo rumore? Ma, signor presidente! tuonò l'avvocato Arzellini, alzandosi impetuoso. Mi permetto far notare a V. S. che nessuno dei vicini ha udito alcun rumore.

Ormai è certissimo ruggì egli pallido per l'emozione: il principale fu attirato in un'insidia; me l'hanno sorpreso, me l'hanno derubato, me l'hanno assassinato! Elena scoppiò in singhiozzi: Momolo da uomo prudente ed energico si fece sùbito portare una corda, la adattò sui finimenti del cavallo, salì in cassetta e raccomandando la calma si mosse fuor del cortile.

Il pugnale, la catena, l'orologio li ho presi io rispose Nello, senza turbarsi, ma l'uomo non l'ho assassinato io! Dove e come avete preso questi oggetti, se dianzi avete asserito che vi coricaste di buon'ora e vi addormentaste? La mente di Nello gi

"Per mille ragioni." "Ditene una." "Potrebb'essere assassinato." Mi bastò una ragione sola, come ognuno può capire; e non cercai più in l

APOLLIONE. Questi è veramente mio fratello; fu tanta la pena che ho sentito in questa sua assenza, che non sia maggior la gioia che adesso ho che lo riveggo. Gerasto, padron caro, costui è padre di chi sta in casa vostra. GERASTO. Talché ugualmente e dal padre e dal figliuolo son stato assassinato? PANURGO. E può esser che io sia stato ruffiano a mio figlio?

Ed ora vengano pure ad arrestarmi esclamò a voce alta e ferma io sono pronta! Le deposizioni. Il processo di Maria, la bella guantaja di Porta Vittoria, accusata e confessa di aver assassinato il marchese Diego Tiani suo amante, aveva menato gran rumore in tutta Milano.

Il primo assunse il non difficile compito di drammatizzare la pietosa istoria del Fornaretto; l'altro, credendo aver trovato un tema interessante nelle ammorbate cronache del Ripamonti e in un libro del Manzoni poco felice ma molto in voga a quei tempi, portò sulla scena la peste di Milano, i monatti, gli untori e il supplizio di un buon popolano assassinato dalla superstizione.