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Aggiornato: 21 luglio 2025
Fosse caso o istinto, i miei occhi s'incontrarono con quelli di Clelia; ciò bastò a farlo arrossire. Si parlava di voi, disse la contessa, ne dicevamo molto male, perchè temevamo che non veniste. Raimondo si scusò con garbo; da qualche tempo avea fatto cammino nella galanteria. Poco stante la conversazione nostra languì; Clelia non diceva motto Raimondo s'era fatto tetro.
Ma vi sono fronti, come dice Giorgio Sand, alle quali non è più dato arrossire.
Ho detto che la contessa non aveva anche potuto por mano a vestirsi. Sta bene. Andate, e fateli entrar qui. E voi intanto, signore, sedetevi e ricomponetevi. Non temete, signora! rispose Lorenzo con piglio modestamente contegnoso; i miei occhi si sono rasciugati, e spero non avrete ad arrossire più oltre per cagion mia.
Inutile arrossire, adesso: rossore sprecato! Egli, dunque, è venuto da me, e mentre imbrattava una tela, io ho cominciato a stuzzicarlo:
Sì, egli sentiva, e adesso non dovea più arrossire confessandolo come fosse una colpa, sentiva di volere un poco di bene anche a sua cugina; ma questo affetto era di tutt'altra natura. Era la dolce confidenza di una amicizia quasi fraterna; era una simpatia intellettuale; era il conforto, ma non era l'oblìo dei suoi dolori.
Si vedeva distrutto, si sentiva ammalato di corpo e di spirito; ma tutti i dolori svanivano al fruscìo gentile della veste di Lalla, e quando essa gli era dinanzi buona, sorridente, casta come una santa, ed egli la vedeva arrossire sotto i suoi sguardi, erano dolcezze infinite, era l'estasi dell'anima tutta che gli avrebbe fatto benedire la vita anche se fosse stata per lui mille volte più dolorosa.
Non intendo giustificare un attentato che ora risveglia i miei rimorsi e mi fa arrossire di vergogna, ma credo d'aver diritto di reclamare le circostanze attenuanti.
Signora contessa, mi accusate forse di un lieve fallo, per delicato intendimento di non avermi a rimproverare una colpa più grave, e non farmene arrossire? No, vi dico quel che penso; perchè?
«Avete torto a dolervi di me. Ciò ch'io sono, è opera vostra. Se il passato non mi costringesse ad arrossire, sarei certamente diversa, e potrei forse pensare senza rimorso ai lontani. Errammo; ma gli errori non debbono essere eterni. Così potessi io distruggerli, dimenticandoli; che di nulla nella mia vita avrei a pentirmi più oltre.
Ma il disegno era più che ardito, temerario. Come lo avrebbe accolto la vedova marchesa di Priamar? Dato il caso che, con un pretesto difficile a trovarsi, egli avesse potuto giungere fino a lei, come avrebbe potuto entrare in materia senza farla arrossire, e senza farsi mettere alla porta?
Parola Del Giorno
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