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Aggiornato: 1 maggio 2025
L'Illustrissimo s'inchinava con molta cortesia sulla spalliera d'un seggiolone, ove stava più abbandonata che adagiata una dama forestiera, donna sui trent'anni, bellezza famosa, la quale sebben cominciasse ad appassire, pur non aveva scordata la magia delle occhiate or languide or truci: un braccio ignudo e ben tornito, e il vezzo con cui, agitando il miniato ventaglio, concedeva all'aria commossa di scompor lievemente i veli del seno, chiamavanle intorno, come farfalle inquiete, i damerini più svenevoli e più azzimati. Ma l'Illustrissimo, antico buongustaio di bellezze, avevale posta tutta l'attenzione, e n'accoglieva essa l'omaggio con singolar compiacenza; intanto che tre o quattro altre signore, stelle di minor chiarezza, affettavano di non volgersi neppure verso la fortunata che loro usurpava in quella sera i primi onori. Pure non mancavano anche a quelle, tra i cavalieri di mezz'et
E ne ebbe infatti di quegli allori che, sebbene senza radici e destinati ad appassire presto, giovano sempre ad un artista. Ma quanto ad offrirli alla «sua fanciulla» non ci pensò affatto. La Maddalena cominciò dallo scrivere lettere piene di fiducia e d'amore, e dal parlare con tutti del suo fidanzato, del suo sposo, coll'idea di dare all'assente una prova di fedelt
Gismonda si rimase dal piangere, e chiamando su i labbri il sorriso, comunque una lagrima le tremolasse tuttavia tra le lunghe palpebre, corrispose allo abbracciamento della nobile Yole, e in atto soave le disse: «Voi non mi affliggete, nè potete affliggere nessuno, voi solo mia gioia, unica e diletta amica mia, quando anche la sorte avesse posto tra noi lo spazio che passa tra vassallo e il barone, le anime nostre avrebbero sentito lo scambievole desiderio. Comunque pensiate di me, io vi amo, Yole, vi amo, quanto si può amare cosa terrena dopo Dio, e i suoi Santi. Ma per quanto amore portate alla gran Donna del cielo, calmate quel vostro disperato dolore.... Oh! se sapeste quale affanno mi travaglia qui dentro» ed accennava il seno «nel vedere a poco a poco inaridire la fonte della vostra vita, il fiore della vostra giovanezza appassire, e le floride guancie impallidire, e quei begli occhi oscurarsi.... certo, benigna come siete, vi provereste a non apportarmi tanto sconforto. Oh! il vostro dolore, concedete che ve lo dica Gismonda, non muove cosa che si tema, bensì cosa da lungo tempo avvenuta. Il Conte di Provenza non si partiva ancora da Marsilia; nè egli parmi persona da temersi poi tanto, sebbene il Vaticano lo benedica, e lo armi contro di noi: e dove fosse da temersi, il pericolo non successo vuole fermezza di cuore, non pianto, che questo torna inutile prima che la sventura accada; dopo, ridicolo e codardo. La figlia del Re Manfredi non si sente tale.... Da più alta cagione che questa non è, traggono origine cotesti furori: una cosa che ormai non ist
L'affanno lungo non aveva potuto appassire la divina bellezza di Beatrice. A guisa di fiamma vicina a spegnersi, parve raccogliere tutto il suo splendore per iscintillare più vivace. Il patimento l'aveva spruzzata con la rugiada che stilla in cielo dalle palme dei martiri: ella sta tuttavia sopra la terra, ma come un angiolo che apre l'ale per librare il volo al trono di Dio. Beatrice comparve assettata in modo alquanto diverso dalla matrigna: il velo aveva bianco; sopra le spalle un drappo di argento; la vesta di taffett
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