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Aggiornato: 28 luglio 2025
Fu la scintilla che cagionò l'incendio: il furore del popolo proruppe sì vivo, sì unanime, sì violento che io mi avvidi subito che non vi era più mezzo a contenerlo. I miei stessi ministri erano rimasti meravigliati della stoltezza del mio giudizio; e temendo che i rivoltosi non li considerassero come facienti causa comune col re, si affrettarono a ritirarsi prudentemente nelle anticamere.
Era l'ora di pranzo, v'era molta gente dalla duchessa; come voleva la consuetudine; nelle anticamere era un ire e redire continuo di servi, di fanti, di camerieri e di donne.
Intorno all'ora di sera, potè accorgersi ch'egli erasi recato ne' giardini del castello, e sapendo che il Corvino era negli appartamenti assegnatigli, e ne poteva uscire da un momento all'altro, s'indugiò a lungo in quelle anticamere. Esso finalmente uscì. Quand'ella però fu al punto di dover parlargli, si perdette d'animo e quasi fu per fuggire.
Il Vicario affrettandosi si presenta al palazzo di don Pietro Girone duca di Ossuna, vicerè di Napoli per Filippo III re di Spagna . Nel trapassare per le anticamere egli, prima di tutto, con disgusto non piccolo osservò, come le guardie e gli staffieri non si affaccendassero punto ad annunziarlo, secondo che la gravit
Questi commenti che l'Illustrissimo un po' faceva tra sè a mezza bocca, un po' indirizzava al fedel servitore, che Rosso appunto aveva nome, eran bevuti come oracoli dal parrucchiere e dai domestici. Il dì appresso, la novella degli amori del marchesino con la bella contessa doveva far le spese della conversazione nelle anticamere e nel tinello.
D’altra condotta e foggia i portantini padronali. Come parte del servitorame d’una nobile casa vegetavano nelle anticamere, e conoscevano a menadito tutte le forme della buona creanza e del bon ton.
Le anticamere dell'appartamento del Lautrec s'erano intanto affollate di ufficiali dell'esercito accorsi alla notizia che la moglie del Palavicino era entrata nella sala d'armi per tentar di parlare al governatore.
In un giorno del dicembre di quell'anno, nell'ora che, sparecchiate le mense, i numerosi commensali della duchessa Elena recavansi nella sala dove servivasi l'Alicante e il Lagrima Christi, il marchese Palavicino che, com'era indispensabile, trovavasi tra quelli, fu chiamato in disparte da un servo, il quale gli disse attenderlo un uomo in una delle anticamere, e avere una lettera da consegnargli.
La duchessa diede anch'essa di volta per la camera agitatissima, poi si gettò a sedere su d'una di quelle cassapanche che stanno nelle anticamere. Non sapeva più quel che si facesse nè quel che si pensasse. D'improvviso, come se le venisse una speranza: Avete fatto leggere la lettera al Morone? domandò al Manfredo. Egli non sa nulla. Convien pure ch'egli lo sappia, Manfredo. Lo chiamerò.
Il colpo era audace; nella mente di un uffiziale della giustizia sarebbe stato agevole collegarlo con quell'altro dei falsi carabinieri. Ma Bonaventura era e sapeva d'essere onnipossente in certe anticamere, dove la legge è soverchiata dalla opportunit
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