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Ma vieni omai con li occhi si` com'io andro` parlando, e nota i gran patrici di questo imperio giustissimo e pio. Quei due che seggon la` su` piu` felici per esser propinquissimi ad Augusta, son d'esta rosa quasi due radici: colui che da sinistra le s'aggiusta e` il padre per lo cui ardito gusto l'umana specie tanto amaro gusta;

Ebbene, professore.... Quando poco fa ho letto quelle brevi linee, che non so chi un'anima certo malvagia le ha diretto, non ho saputo qualificarle altrimenti che come una sozza vigliaccheria. Dopo quanto mi ha Ella detto adesso io non saprei più trovare una parola atta a qualificare cotesta azione bassa ed infame. Ed ora, di fronte ad un simile atto codardo dovrei scendere ad una giustificazione! No. Ella non può domandarmelo ed io non lo farei. Questo solo le dico: che Ella si renda conto del vero, dai fatti.... Fra poco, domani ancora, io partirò: vissuto appena poche ore in un luogo, dove mi parve di aver trovato tanto sorriso di amicizia e di simpatia, me ne allontano, come vuole la mia sorte, non ancor paga di cospirare contro di me.... Andrò lunge ad aspettare la fine di questa miserabile mia vita.... Non sar

Io ho giurato di venire al convegno ed ho giurato di recarvi una sorella; io vi andrò, , ma mia sorella tu vi verrete. O mio Alfredo, diceva la sventurata, che mai pensi? deh! non opporti a Giovanni; egli ti creder

PANURGO. Haigli tu rotta la testa, come t'ho detto, in farmi aspettar tutta questa mattina? MORFEO. Signor no, perché mi disse avervele inviate, e datomi tante buone ragioni che mi parve degno di scusa. PANURGO. Io la vo' adesso rompere a te che non fai quello che ti comando. MORFEO. Eh, padron, per amor di Dio, quel che non è fatto, pur siamo a tempo di farlo: ci andrò adesso.

«Andovvi poi», cioè lungo tempo dopo Enea, «il vaso d'elezione», cioè san Paolo, il quale non andò in inferno come Enea, ma fu rapito in paradiso, dove tu di' che io andrò se io vorrò.

Ah è vero, è vero! esclamò la Ginevra. Io partirò; andrò a Trento; farò tutto quello che vorrete. Allora, giacchè siete a ciò disposta, converr

Ella non sollevò le palpebre; rimase muta. Maria, nella sua profonda inconsapevolezza, la guardò attonita; poi guardò me. Io m'alzai, per uscire, Oggi, dopo mezzogiorno, andrò al bosco d'Assòro, con Federico. Ci vedremo stasera, al ritorno? Poiché ella non accennava a rispondere, ripetei con una voce che significava tutte le cose non espresse: Ci vedremo, stasera, al ritorno?

"Non è un mistero che io vi andrò rivelando, non è neppure un segreto; ma è cosa che non si palesa che a chi ha diritto di farcene domanda ed io penso che voi lo abbiate. Se l'affetto che voi dite di nutrire per me non è mentito, io vi credo capace di simulazione, è mio dovere farvi conoscere il mio passato.

Appena fui solo con Lidia, quel giorno, le dissi: Andrò io a salutar la signora Uglio. Tu, rimani; troverò un pretesto per iscusarti. Non vuoi ch'io ti accompagni? Lo credo inutile. I signori Uglio non sono simpatici a me, a te; ce ne libereremo a poco a poco. Non vorrei che mamma mi rimproverasse, mormorò Lidia.

DON FLAMINIO. Se vi fusse piú tempo, ve lo farei udir da mille lingue; ma perché viene la notte piú tosto che arei voluto, venete meco alle due ore, che andrò in casa sua: vi farò veder le sue vesti e i doni che l'avete mandati, e ce ne ritornaremo a casa insieme. DON IGNAZIO. Se me fate veder questo, farò quel conto di lei che si deve far d'una sua pari.