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Aggiornato: 4 maggio 2025


È solo di questo che ne resta a parlare. Cinque anni sono trascorsi dagli avvenimenti che abbiamo narrato. In un albergo d'un piccolo borgo, in una brutta stanza bassa, tappezzata d'una carta ch'era stata rossa mezzo secolo prima, un signore dal dorso curvato, dai capelli bianchi, dal viso rugoso, è seduto in un'ampia poltrona, e sembra assorto in pensieri.

Tanto che giunto verso piazza del Popolo, fu preso, nella mitezza sentimentale della sua debole natura, da un furore di morte. Andò contro un pesante omnibus di albergo che correva, per farsi arrotare: ma il cocchiere lo schivò bestemmiando, gridando. A quell'ora, in quella giornata umida e triste di marzo, fuori porta del Popolo non vi era quasi nessuno: e quella crescente solitudine lo calmò un poco, mentre si metteva per il fangoso marciapiede che per la via Flaminia, lungo i colli Parioli, porta a Ponte Molle. Nessuno nel piccolo caffè dove si fermano i cocchieri da nolo e i carrettieri; nessuno, nelle piccole osterie che pullulano ogni cinque passi, sino alla met

Sopra il portone della casa un'insegna di latta verniciata che strideva al vento continuo che soffia dai monti, portava scritta, sotto un corno da caccia dipinto, la leggenda: Albergo della Posta.

Io ho nuovi caratteri dicea e carta fine, ed incisioni albergo, e so inventar geroglifici in gergo. Io non voglio giá far nessun guadagno diceva il Gratta e sol fo per l'onore. Non era il prete men di lui mascagno, e rispondea: Conosco il vostro core; però mi troverete buon compagno.

Ma è vero che io abbia avuto quest'altra conversazione con lei?... In certi momenti mi sembra che io sia soltanto rimasto lunghe ore nella camera del mio albergo a fantasticare questi incontri, queste conversazioni, compiacendomi di creare le avventure di un romanzo possibile, dopo che il portoncino di via Enrico Poggi si era chiuso dietro a lei, ed ella era sparita e non avevo potuto rivederla.

Ma subito soggiunse: Adesso, però, io vorrei conoscere per bene il conte e la contessa Filippeschi: mi paiono molto ammodo. Andremo tutti i giorni a prendere il al grande albergo, e così ci sar

Il fatto era seguito così: Erano tre viaggiatori e tre guide. Il giorno innanzi, partiti dal Riffel sopra Zermatt e valicato il Lysjoch, volevano pernottare all’altissimo albergo del colle d’Ollen. Verso le quattro pomeridiane, superati i passi difficili della sommit

La madre obbiettò che per tenere un albergo non basta la casa, ma ci vuole la pratica dell’esercizio; per questo occorreva che Teresa si allogasse quale donna di servizio in qualche grande albergo svizzero e l

Ma poi accesa la sigaretta, lui e anche lei, lui, il bel giovane, disse al signor Aurelio: Eppure, veda, caro signore, vi sono dei brontoloni, specie certi vecchi barbogi e puritani, che in una sala di albergo si scandalizzano se trovano una coppia, così come noi, tête-

La signorina Silesia Pfaff, dopo aver discusso alcun poco in dialetto grigione col padre, mi s'era rivolta dicendomi in italiano sgangherato che il padre non capiva e che se volevo porre un'epigrafe sul piccolo albergo, la dettassi a lei. Fu così che sul ricovero di pace e di salute lampeggiò in lettere d'oro l'iscrizione: VENITE, DOLENTES.

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