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Aggiornato: 20 settembre 2025


"Ahi! Ahi!" Il duca era di nuovo inquieto, ma il piedino, il caro piedino, tornò a premere il suo, e il duca si trovò sul piatto una mandorla verde ch'era stata sbucciata e spellata dalle ditine rosee, trasparenti della fanciulla. "Stella! Stella! Che stella!" La Gioconda aprì l'uscio senza far rumore: Il caffè è pronto nel salottino.

Così scendemmo ne la quarta lacca, pigliando più de la dolente ripa che ’l mal de l’universo tutto insacca. Ahi giustizia di Dio! tante chi stipa nove travaglie e pene quant’ io viddi? e perché nostra colpa ne scipa? Come fa l’onda l

In altri termini i Rinucci sapevano tutto; il grande affetto aveva loro svelato ogni cosa; pel vivo attaccamento eransi tenuti informati di quanto accadeva... ed ahi!

Dolente me: di quanti or mi sovviene chiari pastor ch'alberghin per le sponde dov'alberga 'l mio ben, tante punture mi sento al cor. Ahi! ch'ella non rivolga gli occhi altrove e l'orecchie e i pensieri. Chiari pastor, deh! no, deh! no per Dio, tant'oltraggio al buon Mopso.

Ahi fiera compagnia! ma ne la chiesa coi santi, e in taverna coi ghiottoni. Pur a la pegola era la mia 'ntesa, per veder de la bolgia ogne contegno e de la gente ch'entro v'era incesa. Come i dalfini, quando fanno segno a' marinar con l'arco de la schiena, che s'argomentin di campar lor legno,

Mi pensava che scampata dalla servitú di genti barbare e ricovratami nella mia casa, avesse vissuto il restante della mia vita, felicissima. Ma sarebbe stato per me meglio, che fusse restata in man de' turchi, povera vecchia e disgraziata, e non fosse qui venuta spettatrice d'una miserabil tragedia. Ahi, che non è cosa stabile o felice sotto le stelle!

Ahi, Ugo di Roccam

cio` che pria mi piacea, allor m'increbbe, e pentuto e confesso mi rendei; ahi miser lasso! e giovato sarebbe. Lo principe d'i novi Farisei, avendo guerra presso a Laterano, e non con Saracin ne' con Giudei, che' ciascun suo nimico era cristiano, e nessun era stato a vincer Acri ne' mercatante in terra di Soldano;

DON FLAMINIO. Io non temo piú i colpi della fortuna, ché è morta ogni fortuna per me: non bisogna piú ordir fraudi e inganni; non ho piú sospetto di niuno, poiché è morta la cagion di tutte queste cose. Ahi, che pena converrebbe al mio fallo? Mi conosco degno di maggior pena che la morte: bisognaria che morisse d'una morte che mai finisse.

che con tal guida so ch'uscirei fore, de la man di fortuna, che mi spoglia d'ogni usato conforto: e ogni mia doglia cangerei in dolce canto, e 'n miglior ore. Ahi! lassa, io veggio ben che la mia sorte contrasta a così onesto e bel desire, sol perchè manch'io sotto l'aspre some. Ma s'i me pur così convien finire, la penna vostra almen, levi il mio nome fuor degli artigli d'importuna morte.

Parola Del Giorno

confermandomi

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