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Aggiornato: 20 giugno 2025


Credi, fanciulla mia, quello che ci rende amara la morte è la paura di morire: la morte in se io non reputa affanno, o almeno ella è breve affanno. I nostri vecchi, nei tempi antichi, per assuefarsi a considerarla come cosa ordinaria ornavano di sepolcri le pubbliche strade, e sovente i giovanetti sopra le tombe dei padri convenivano a favellare di amore.

Voi cittadini mi chiamaste Ciacco: per la dannosa colpa de la gola, come tu vedi, a la pioggia mi fiacco. E io anima trista non son sola, che' tutte queste a simil pena stanno per simil colpa>>. E piu` non fe' parola. Io li rispuosi: <<Ciacco, il tuo affanno mi pesa si`, ch'a lagrimar mi 'nvita; ma dimmi, se tu sai, a che verranno

PILASTRINO. Del tuo resto, s'io posso. GIRIFALCO. Ghiottoncella, che m'hai cavato il fiato! Ma ti voglio cavare a te de gli occhi quel riso e quelle frasche. PILASTRINO. E però è buono che sia venuto qui questo mio amico; perch'è persona che ti saprá dire la cosa come sta e forse trarti d'ogni tuo affanno. GIRIFALCO. E che induggiamo, adunque? PILASTRINO. Non si può far, di giorno.

EUGENIO. Siamo entrati in una sventura maggior della prima; ché se ogni travaglio e affanno era leggiero con speranza al fin di riposare, quanto or mi è grave pensando esser al fin pervenuti e siamo nel cominciare!

Benedetta uscì, per ordinare la minestra, ed Alfredo si coricò dal lato del cuore, contro l'usato... Sperava forse di provare qualche sollievo al suo affanno fisico e morale.

«O dunque volete che pel corpo vostro perda l'anima mia?» «E voi volete che per l'anima vostra perda il mio corpo?» «Questo è affanno! questa è barbarie! Io griderò tanto, che alcuno mi sentir

Canzone, imponi al canto, al pianto freno: Ben so ch’a me non lice La mia cara Euridice D’indi ritorre ove beata splende, Ch’ivi affanno non ha di duol terreno. Ma lieto amor l’accende Che ’n Dio la stringe e con devoto zelo Fa che m’inviti a rimirarla in Cielo.

Beatrice declinò il capo come persona tanto sazia di affanno, che ormai, se sente, non sa più lagnarsi dello strale di nuovi dolori. Guido è morto, e tu mi abbandoni? E chi vi ha detto, che monsignor Guido sia morto? Vivrebbe forse? Vive, e sano e salvo. Beatrice piegò la faccia sopra la spalla di Marzio; ve la tenne lungamente, poi sommessa gli disse: Guido vive, e tu mi abbandoni?

Così vaneggiando, ogni più alimentava nel cuore quell’indicibile affanno: e intanto vedevasi spegnere a poco a poco fra ’l cordoglio de’ suoi quella vita cara! «Ora si comincia per quelli di fuori e per quelli di dentro a far grandissima e crudel guerra

In tanto affanno ver la terra inchine Ferma le ciglia; e giù nel sen non posa Il cor, che vuol, può partirsi; alfine Ne ritrova la via l'alma animosa; Vassene a l'aspre rupi indi vicine L

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