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Aggiornato: 10 giugno 2025


Per una eccezione Pio III, nel 1503, trovandosi infermo, ricevette gli ebrei in una delle sale del Vaticano stesso. Giulio II li ricevette di bel nuovo alla Mole Adriana, dove gli diressero un lungo sermone, e dove specialmente parlò con singolare eloquenza il rabbino spagnolo Samuele, medico del papa.

Alla piccina furono imposti i nomi di Chiaretta, Luigia, Adriana, Teresa, Veronica, Margherita. Questo lusso di nomi era tradizionale nelle femmine di casa Bollati, e non si volle che in ciò la nuova contessina fosse da meno delle sue antenate.

Ma che ti ha fatto Diego perchè tu l'odia tanto? Nulla, ma un vago istinto mi dice di diffidarne e mi sembra che tu stesso ne abbia paura. Il conte pallido come un morto, guardò Adriana con uno sguardo fisso e stralunato, mentre colla mano destra increspata, stringeva convulsamente la spalliera della poltrona.

Io trovo il modo d'avvicinarmi a lei, che non mi vede, chinata com'è a coglier ramoscelli di menta lungo la proda di un campo. Dunque, le dico, scriverò i versi sul frate? Si volta, mi guarda, abbassa gli occhi e risponde: Faranno piacere ad Adriana; li scriva pure. Non scriverò niente, allora; ribatto io, punto sul vivo. As you like it; dice ella di rimando. Che significa ciò?

Adriana si era levata ed avvolta ancora nell'accappatoio da notte, coi capelli disciolti, scarmigliati, passò nel suo spogliatoio e sedette dinanzi all'alto specchio, attendendo la cameriera che venisse a pettinarla.

Ebbene, non vi nego di esserne l'autore e che perciò? Tutti i mezzi sono buoni quando si vuol giungere ad uno scopo ed il mio era quello di possedervi, perchè vi amavo. Adriana era pallida di un furore indicibile. Non bestemmiate la parola amore. Voi avete compiuta un'azione vigliacca, infame, malvagia.

Quell'infelice vittima di un vile seduttore, è Maria, la bella guantaia di Porta Vittoria, una fanciulla che aveva fama di onestissima. Tu puoi mandarla chiamare colla scusa di fare degli acquisti. Adriana si alzò tremenda per sangue freddo, bella di un livido pallore. Hai ragione disse lo farò tosto.

Il conte rimase per alcuni secondi a guardarla con occhio stralunato: i suoi denti si urtavano. Poi quando cominciò a capire che tutto per Adriana era finito, ebbe un grido di belva ferita a morte e fuggì stringendosi le tempia fra le mani, gemendo, urlando: Sono io... io che l'ho uccisa!

Io non voglio che te, madre mia replicò oh! chiamami sempre col dolce nome di figlia. Annetta sentì passarsi nel cuore un'ondata di gioia e mentre ricambiava con trasporto i baci di Maria, due grosse lacrime le caddero dagli occhi su quella fronte, che il dolore, la sventura avevano purificata! Una scena dolorosa e sinistra si svolgeva nel palazzo del conte Ercole Patta. Adriana moriva.

Come siete stato gentile! ripiglia la contessa Adriana, dopo aver concesso qualche minuto secondo alle mie ammirazioni. Che dite, contessa? Era il mio dovere. Volevo informarmi di ieri. Tutto è andato bene, non è vero? , quantunque, sarebbe stato meglio rimanere al nostro posto. Eravamo a discorrere al fresco; ci avrebbero trovati, e ci avrebbero fatto compagnia, se fosse loro piaciuto.

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