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Aggiornato: 21 maggio 2025
Giù nel giardino, che cingeva intorno la villetta, Wise, il Terranova, con le zampe anteriori poggiate su lo sporto del muricciolo che sosteneva la cancellata, abbaiava a scatti, con il suo cupo vocione da forte, agli operai uscenti dalla fabbrica lì a pochi passi, per il pasto di mezzogiorno. «Cara, cara, cara!
L'epiteto inaspettato e soprattutto quel lei autorevole, sostituito di punto in bianco al tu, colpirono il povero Dario, il quale guardò dapprima suo fratello con aria indecisa, poi la mamma, poi un cane che abbaiava: e non sapendo far di meglio, proruppe in un dirotto pianto e strillò: Ih! Ih! Io non voglio esser chiamato ignorantello da te! Ih! Ih! La mamma giudicò prudente d'intervenire.
Il povero prete traeva dolorosi guai; e, stretto dalla medesima smania che spingeva lo ebreo Sylock a gridare «la mia figlia! i miei danari!», esclamava: La mia tonaca! il mio breviario! Il cane infellonito abbaiava più forte che mai. Sopra la soglia apparve un vecchio. Questo vecchio era Francesco Cènci.
Una sera me ne tornavo dall'attacco rimuginando col pensiero qualche astuzia guerresca, quando sentii Bitto da lontano che abbaiava allegramente, come soleva fare incontrando gli amici. Infatti alla svolta del monte vidi una brigata di persone che avanzava dalla mia parte. Era la famiglia Bruni, e il dottore con sua moglie che facevano una passeggiata vespertina.
Ne avevano infatti dei rotti; un cavallino, tra gli altri, a cui mancavano due gambe, e un cane che non abbaiava più, per essersi scollata la pelle del manticino. Ma ne avevano ancora dei nuovi, o quasi: un'arca di Noè, fabbricata a Norimberga, con otto o dieci animali ancora presentabili, e un alfabeto di legno, a cui, per miracolo, non mancavano che due o tre lettere. Quell'alfabeto era per allora il gran divertimento dei piccini. Vittorio conosceva gi
Il cane del fornaio, dall’altro capo del paese, abbaiava forte come di notte; l’acqua della fontana chiaccherava nell’abbeveratoio. Si udì lontano il pêê pêê della cornetta.
Riportateli, ritto sopra il limitare della porta abbaiava il Luciani, riportateli in carcere uno diviso dall'altro. Ministrate loro il vitto di penitenza... bevano il supplizio... mangino la disperazione.
Ricordo soltanto che passai la nottata presso San Domenico su la strada di Fiesole, seduto su un muricciolo, e che la luna inondava la campagna col suo pieno lume sereno, e che i grilli zirlavano tra le erbe dei prati attorno e che un cane abbaiava, a intervalli, lontano. Ricordo che, a giorno alto, tornai a Firenze e che dovetti mettermi a letto con la febbre....
Io era destinato ad avere sempre sotto gli occhi l'esempio dell'ordine, dagli uomini o dalle bestie, senza approfittarne. Dopo pranzo Bitto se ne tornava a casa, a fare la sua guardia alla porta, e guai se qualcuno s'avvicinava. Egli dapprima abbaiava francamente, poi incominciava a latrare, e finiva con un certo ringhio che metteva tutti in riguardo. La mia voce lo calmava.
Che cosa c'è? domandò la marchesa agitata. C'è qualcheduno qui. E volse la testa dalla parte verso cui abbaiava la cagnetta. Vanardi vide innanzi a sè la pelle d'alluda di quel viso da mummia con due occhi semi-spenti senza luce e senza vita, e si piegò in un profondo inchino. Chi è costui? chiese la vecchia quasi atterrita: come qui? chi l'ha fatto entrare?... chiamate Grisostomo, Carlotta.
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