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Aggiornato: 19 ottobre 2025
A pag. 77, riga 22, in luogo di p. 176, leggi 174. Alla stessa pag., riga 24-25, dov'è scritto M. de la VILLEMARQU
77 Gli va gli occhi alle man spesso voltando, in dubbio sempre esser da lui rubata; né lo lascia venir troppo accostando, di sua condizion bene informata. Stavano insieme in questa guisa, quando l'orecchia da un rumor lor fu intruonata. Poi vi dirò, Signor, che ne fu causa, ch'avrò fatto al cantar debita pausa.
77 Semplicemente disse le parole che forse alcuno ha gi
77 Con questa intenzione una mattina, senza far motto altrui, la patria lascia; e con sospiri e lacrime camina lungo lo stagno che le mura fascia. La donna che del cor gli era regina, gi
77 Ami d'oro e d'argento appresso vede in una massa, ch'erano quei doni che si fan con speranza di mercede ai re, agli avari principi, ai patroni. Vede in ghirlande ascosi lacci; e chiede, ed ode che son tutte adulazioni. Di cicale scoppiate imagine hanno versi ch'in laude dei signor si fanno.
77 Cade a terra il cavallo e il cavalliero: la preme l'un, la tocca l'altro a pena; che si leva sì destro e sì leggiero, come cresciuto gli sia possa e lena. Quale il libico Anteo sempre più fiero surger solea da la percossa arena, tal surger parve, e che la forza, quando toccò il terren, si radoppiasse a Orlando.
Il 77 era il lavandaio. Era alto come un palo telegrafico, secco come il merluzzo e giallognolo come la pelle di un giapponese. Con il suo collo esile, sormontato da una testa poco voluminosa, con le sue braccia lunghe appese alle spalle come cose floscie giù rasente il corpo, con la sua faccia piena di rientrature, pareva uno scheletro ambulante.
La sua bocca a culo di gallina e il suo mento che tirava da sinistra a destra, mi riassumevano il tipo del luogo. Aveva la mano denutrita e le dita lunghe del fantasma. Si movevano come tentacoli. Prendevano la biancheria sporca con un movimento meccanico. Sul cuore del 77 era il listone nero del suo trasporto, e sulla sua testa gibbosa era il berretto giallo a spicchio che lo incadaveriva.
77 Bradamante la sera ad un castello ch'alla via di Parigi si ritrova, di Carlo e di Rinaldo suo fratello, ch'avean rotto Agramante, udì la nuova. Quivi ebbe buona mensa e buono ostello: ma questo ed ogn'altro agio poco giova; che poco mangia e poco dorme, e poco, non che posar, ma ritrovar può loco.
77 Ella non sa se non invan dolersi, chiamar fortuna e il cielo empio e crudele. Perché, ahi lassa! (dicea) non mi sommersi quando levai ne l'Oce
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