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Aggiornato: 26 maggio 2025


Il Prof. Basile molti anni or sono constatò che dal 1852 al 1871 il numero dei proprietarî era disceso da 608,601 a 549,957; c'era dunque diminuzione, nonostante il censimento dei beni dell'asse ecclesiastico, da cui si sperava un aumento notevole; e lo stesso Basile riconfermò il fatto doloroso nel 1894.

E siccome dal rame ebbe il nome d'«erario» l'antica tesoreria romana, cosí le pene costituite dalle leggi a certi misfatti si esprimevano in libbre di rame grave, come Livio nel quinto della prima deca narra, d'Aulo Virginio e Quinto Pomponio tribuni della plebe, che «pessimo exemplo innoxii decem millibus gravis aeris damnati sunt». E lo stesso narra che, l'anno 549 dall'edificazione di Roma, avendo determinato la prima volta di dar paga a' soldati, e perciò imposto un tributo al popolo contro il parere e consenso de' tribuni della plebe, i senatori, per muovere con l'esempio gli altri, mandarono i primi all'erario la loro porzione; «et quia segue nondum argentum signatum erat, aes grave plaustris quidam ad aerarium convehentes speciosam etiam collationem faciebant».

Alessandro IV scrive aver commutato alla impresa stessa il voto del re di Norvegia e de' suoi, pag. 549. 12 detto. Altra bolla allo effetto stesso. 13 detto. Alessandro IV ad Arrigo III, p. 550. 15 detto.

⁷⁵ Costui era Sallustio. ⁷⁶ Liban. I, 549, 18 sg. Noi dobbiamo tener conto di questi fatti singolari che ci rappresentano Giuliano come uno degli uomini più illuminati, più coscienziosi, più giusti che abbia avuto l’antichit

Sant'Apollinare fu costruita nel 535 da Giuliano Argentario, al quale si attribuisce la maggior parte delle basiliche di Ravenna di quell'epoca. Nel 549, la chiesa fu consacrata dal patriarca Massimiano, il quale terminò anche San Vitale. Del portico quadrato che la circondava, non rimane più che la parte anteriore, la quale forma ora il vestibolo; questo, in tutte le vecchie chiese di Ravenna, è specificato col nome di Ardica (derivato da Narte). L'interno della basilica è magnifico; le sue proporzioni sono maestose e semplici. Ventiquattro superbe colonne di marmo greco, non tolte a templi antichi, ma scolpite espressamente per questo monumento e ornate di capitelli simili, separano le navate. Secondo l'uso primitivo, il tetto a travicelli non ha ornamenti. Lo spirito dei tempi antichi spazia su tutto il monumento, e questa impressione è vieppiù rafforzata dallo spettacolo di una lunga schiera di sarcofaghi nelle pareti delle navate laterali. Non ho visto in nessun'altra citt

Graziosissima e singolarmente interessante è la lettera⁴¹² con cui Giuliano fa dono all’amico Evarghio di un suo campicello. ⁴¹² Iulian., 549, 18 sg.

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