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I primi mesi dell'anno universitario sono senza fallo i più lieti. In primo luogo, ci si ritrova tutti compagni di altre scuole, con un mondo di cose nuove da dirsi e di vecchie da ricordare.

Il battaglione universitario comandato dal Maggiore Andreucci si distinse assai nella gloriosa giornata. «Avanti ragazzi» tuonava Garibaldi «avanti alla baionetta» e i ragazzi, da veterani si lanciavano impavidi contro gli agguerriti soldati della Francia combattendo da eroi.

Egli rammentò d'averlo incontrato sovente, durante due anni, al circolo universitario ginevrino, e rammentò pure che fra i loro spiriti non era passato alcun moto di simpatia.

Dopo il Liceo, in cui fu suo caro maestro Leopoldo Marenco, studiò legge privatamente, cosa di cui si lamentava sempre per non aver potuto apprendere nel libero consorzio universitario la scienza della vita e una maggiore sicurezza di stesso. E veramente in lui a trent'anni tremava ancora il fanciullo.

Torino 1891. Per la quistione sociale. Quando per la seconda volta mi faceste l'onore d'invitarmi a parlare, sopra un argomento di mia scelta, nella vostra Associazione, mi venne in mente alla prima di parlarvi della quistione sociale. Ma quasi ad un tempo pensai che non sarebbe stato onesto il venir qui ad esporre intorno a un soggetto gravissimo opinioni e giudizi, da cui molti potevan dissentire, senza esser preparati a confutarli. Dissi quindi tra me: non entrerò, per questa volta, nel cuore dell'argomento; non enuncierò uno solo dei principii del socialismo, i quali, d'altra parte, son noti: mi restringerò a parlare ai miei giovani amici del dovere, che, a senso mio, spetta a loro più che ad altri, di occuparsi della quistione; e compirò io stesso, così facendo, un dovere. Debbo anche premettere che non ho l'arroganza di rivolgere le mie parole a quelli tra voi, che le quistioni sociali e economiche hanno nel loro corso universitario, poichè questi potrebbero venire al mio posto e parlare in vece mia. Io non mi rivolgo che alla parte di voi, che della quistione sociale non s'occupa, e suppongo sia la parte maggiore; del che non ho ragione di stupirmi di farvi rimprovero, essendo un fatto razionale e comune che, nella vita affollata di passioni e di pensieri a cui tutti, di tutte le et

Meglio sarebbe invocarne la riforma e comprenderla tra gli obblighi dello Stato assai più utilmente e più equamente che non si faccia col lasciargli l'insegnamento secondario ed universitario, ch'è un bisogno meno universale della istruzione elementare. Ma purtroppo le classi dirigenti o il governo non apprezzano in Sicilia i vantaggi della istruzione, non ne vedono che i pericoli.

Nella Sala Ragona non solo si protestò contro l'insegnamento universitario, che ha tendenze socialiste; non solo s'invocò che nelle scuole s'imponesse il catechismo ma quando un oratore parlò degli aggravi che l'istruzione obbligatoria impone ai Comuni si gridò con entusiasmo! abolitela! abolitela!

Un notevole vantaggio avevano ottenuto i francesi, fin dal principio; il generale Oudinot aveva ordinato alla brigata Molière di occupare la Villa Panfili, il battaglione universitario sostenne valorosamente i primi assalti, ma scarso di numero, in confronto degli assalitori, dopo di avere contrastata la preziosa posizione dovette abbandonarla, ritraendosi al riparo dietro il Casino de' Quattro-Venti.

In quel fiero combattimento nel quale i bravi Toscani combatterono contro forze tre volte superiori, maggiormente si distinse l'artiglieria comandata dal bravo tenente Nicolini, che vi rimase ferito; gli artiglieri morirono tutti sui loro pezzi, meno uno l'Elbano Gaspari che, aiutato dal bravo Capitano Camminati riusciva a salvare i pezzi che avevano fatto strage di nemici tutto il giorno; anche il Capitano Malenchini cooperò potentemente colla sua compagnia a trarli in salvo; tutti si comportarono con eroico contegno e sopratutto il battaglione universitario comandato dal valoroso Maggiore Mossotti.

improvvisato al Teatro Brunetti di Bologna, per invito del Circolo Universitario Vittorio Emanuele il Giugno 1884 Signore e Signori, Io non so se debba ringraziare più il Circolo universitario il quale mi volle onorare dell’incarico di commemorare Giuseppe Garibaldi, o questo eletto uditorio che non mi attendevo.