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Allora, col volto coperto della buona melma delle officine impasto di scorie metalliche, di sudori inutili, di fuliggini celesti noi, contusi e fasciate le braccia ma impavidi, dettammo le nostre prime volont

Il battaglione universitario comandato dal Maggiore Andreucci si distinse assai nella gloriosa giornata. «Avanti ragazzi» tuonava Garibaldi «avanti alla baionetta» e i ragazzi, da veterani si lanciavano impavidi contro gli agguerriti soldati della Francia combattendo da eroi.

Vogate però, vogate impavidi Piemonte e Lombardo , nobili veicoli d'una nobilissima banda la storia rammenter

I cafoni, che colla paura in corpo degl'intrepidi e valorosissimi avversarii, vedevano tutto doppio, non scorgevano angioli certamente, ma nella loro immaginazione esaltata non mancavano d'essere eccitati dalle parole ardenti dell'energumeno! Avanzavano con grida furiose contro i liberali; ma questi, impavidi, li lasciavano avvicinare per caricarli e respingerli in confusione.

Se Franciscolo Pusterla...» Proferito questo nome, Ramengo si recava sulla sua, con una di quelle pause a tempo, che sono il giuoco dei maliziosi, e girava uno sguardo aggressivo su tutti quegli impavidi visi, come per succhiellarne il pensiero più arcano.

Il mio fato, qual che siasi, è scritto, è immutabile; e meglio conviene a' mortali darsi impavidi alla fortuna, che far vani sforzi a fuggirlaCon tale animo, rifocillatosi a terra un istante, si commette di nuovo sul legno, contro un ponente che il traportò fino a vista d'Affrica.

Lucertolo si buttò giù, coprendosi il capo con le lenzuola. Il fatto non è straordinario. Molti uomini, e specialmente del popolo, comechè robustissimi, impavidi, tali che non darebbero un passo indietro dinanzi al maggior pericolo, rischiosi, temerarii, sono in preda alle più singolari paure, derivanti da superstizioni.

L'11 di giugno nelle ore pomeridiane il battaglione comandato dal valoroso capitano Golinelli sostenuto dalla Legione romana volle con supremo ardimento tentare di sloggiare il nemico dalla Villa: con slancio da veterani i bravi studenti si precipitarono impavidi all'attacco, sostenendo un accanito combattimento per più ore, ma la grandine delle palle nemiche alfine ne arresta lo slancio, balenano i bravi giovani, cadono numerosi e sono obbligati a ritirarsi; ultimi a farlo furono i fratelli Francesco ed Alessandro Archibugi di Ancona, che combattendo da veri eroi caddero entrambi mortalmente feriti; rimasti sul campo, vennero fatti prigionieri e condotti a Civitavecchia ove vi lasciarono la vita.