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Ella così parlò: quinci secura Di quel buon cavalier fu la salute, Mentre cadean ne la battaglia dura Tanti baron tra le saette acute. Svegliare intanto Turacan procura Entro gli assalitor forza e virtute, Ed il suo stuol ne la cittate invìa, A cui dincontra il gran Orsin sen gìa. Perchè lasciaste, o di Gesù campioni, Sul fior de gli anni la paterna sede?

La st. 25 della min. finisce in questa guisa: pur l'orgoglio in Turacan vien meno; Anzi al gran Cavalier trafigge il tergo, resse alle percossa il forte usbergo. Seguita poi la st. 26. Con ferrat'asta al Cavalier impiaga Di nuovo il fianco ecc.

Quinci di Turacan su quello instante Mal sommersa in terror fugge ogni schiera; E quando ad altro oprar non è bastante, Lor fassi scorta inverso il mar Megera; Mettesi in mente quella turba errante Por su le navi, e camparla spera; Ma non per tanto con volubil piede A non molti AMEDEO fuggir concede.

Pronto ciascun ne la contraria sorte Lasciar di quaggiù lunga memoria, Ed acquistar con onorata morte Su per l'Olimpo non caduca gloria, Fieri movean; ma di ciascun più forte Acciar più forte maneggiava un Doria: Era Telefo altier: stringe la spada, Ed al rio Turacan rompe la strada.

Ancide l'invincibile AMEDEO Turacan, e le schiere a lui soggette; Da Belï

Quì fatto singolar d'alto sapere, Le glorie sue presso ciascun son note; Costui simiglia il mostro, e tra le schiere Del morto Turacan trova il nipote; Giovin superbo, che le chiome ha nere, E che di negro pelo empie le gote, E ch'orgoglioso, e che soverchio osando Non tende l'arco, e non si cinge il brando.

Su quella ora istessa Non men fassi aspra guerra in quella parte, ch'a l'Italiche destre era commessa; Ivi con asta infra le genti sparte Chiama suo stuol, se da gli assalti cessa, In su le mura, e Turacan salito, Di molti ancisi insanguinava il lito.

Qual, senza il buon mastin, pasto diviene A lo scannar de gli affamati denti Torma d'agnelli, ove talor sen viene Lupo notturno intra vellosi armenti: Tal senza il grande Eroe mal si sostiene L'usato ardir de le cristiane genti; Se non, ch'avverso a Turacan sen corre De' fier Baglioni il coraggioso Astorre;

Nel fier tumulto Turacan s'accorse Al gran cimier, che d'ogni intorno alluma Ove AMEDEO travaglia in armi; e sorse Tale ira in lui, che da le labbra ei spuma; E troppo osando col