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CAP. I Il Caprone » 12 » II Rosina » 36 » III Festa da ballo in maschera » 55 » IV Fratello e sorella » 76 » V Vicende » 96 » VI Esmeralda » 117 » VII Le catacombe » 133 Allora lo spettro si avventò sopra l'empio che fuggiva. Vol. II, pag. 133 Romanzo AUTORE DEI ROMANZI ASTORRE MANFREDI e IL DUCA DI ATENE Propriet

AUTORE DEI ROMANZI ASTORRE MANFREDI e IL DUCA DI ATENE Propriet

Qual, senza il buon mastin, pasto diviene A lo scannar de gli affamati denti Torma d'agnelli, ove talor sen viene Lupo notturno intra vellosi armenti: Tal senza il grande Eroe mal si sostiene L'usato ardir de le cristiane genti; Se non, ch'avverso a Turacan sen corre De' fier Baglioni il coraggioso Astorre;

Alessandro VI si trovò a due grandi alluvioni, nell'ottobre 1493 e il 5 decembre 1495. Poco dopo le onde del Tevere dovevano trasportare il cadavere del figlio di lui, duca di Candia. Suo fratello, Cesare Borgia, lo aveva fatto trucidare e gettare nel fiume; quel Cesare Borgia che aveva fatto precipitare dalle mura di Castel Sant'Angelo l'infelice Astorre Manfredi e tante altre vittime.

Astorre con un suo fratello bastardo ed una giovane donna erano menati prigioni in castello Sant'Angiolo, quivi stettero un anno in capo al quale i cadaveri di questi miseri furono trovati nel Tevere; quello di Astorre aveva una corda intorno al collo, gli altri due stretti insieme e con le mani legate dietro il dorso. Il Guicciardino scrive essere corsa fama, come qualcuno sfogasse la immane libidine nel corpo di Astorre, il quale qualcuno nella vita del Valentino, che un pubblicata col nome di Tommaso Tommasi sappiamo essere opera di Gregorio Leti, diventa colui, che sconvolgeva tutte le leggi di natura e di Dio, con le quali parole d

Le di lui mani stringevano una delle superbe colonne di granito. Vol. IV, pag. 244. Romanzo AUTORE DEI ROMANZI ASTORRE MANFREDI e IL DUCA DI ATENE Propriet

Astorre il vide, ed inchinò la mano Verso il terreno, e sollevonne un sasso, Un sasso tal, ch'altri levar dal piano Male oserebbe e non venirne lasso, E l'alto cavalier tal se ne affanna Qual farebbe in lanciar tronco di canna.

E fu pugnalato Galeotto Manfredi, ma rimase pure ad Astorre suo figliuolo la signoria di Faenza. Piú che mai si vede l'inutilitá dei delitti: le cose continuano ad andare, mutati i nomi, per il lor verso; e continuarono allora per quello dei principati fermi ereditari. Il solo acquisto che se ne facesse, fu d'infamia. Noi paghiamo il fio delle colpe de' maggiori. È giustizia? Non lo so.

Ma tosto Guido Antonio, Astorre, Romeo e Giacinto Barbazza con un loro zio, pei quali tutti oramai spirava mal’aria in Bologna, si nascosero in casa di Giambattista e Aldobrandino Malvezzi, loro fratelli uterini, e con l’aiuto di essi scalarono nella notte le mura della citt