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104 Del danno c'han da te ricevut'oggi, disian novanta femine vendetta: che se meco ad albergar non poggi, questa notte assalito esser t'aspetta. Disse Marfisa: Accetto che m'alloggi, con sicurt

A lui t'aspetta e a' suoi benefici; per lui fia trasmutata molta gente, cambiando condizion ricchi e mendici; e portera'ne scritto ne la mente di lui, e nol dirai>>; e disse cose incredibili a quei che fier presente. Poi giunse: <<Figlio, queste son le chiose di quel che ti fu detto; ecco le 'nsidie che dietro a pochi giri son nascose.

Crisaulo... PILASTRINO. Io non vi sono. TIMARO. ... ora t'aspetta a far colazion seco e ti vorria parlar. PILASTRINO. , : è Timaro. Non t'aveva pur anco cognosciuto. Eccomi a te. TIMARO. Credo che, questa volta, ti parrá forse amara. PILASTRINO. Andiam pur via. TIMARO. Che cosa è di te tanto? Non possiamo giá piú vederti.

Vien, Ninfa bella, e fra le molli braccia raccogli quel, che con le braccia aperte disioso t'aspetta; e nel tuo grembo ricevi lieta l'infocato amante; stringi 'l bramoso amante, e strette aggiungi le labbra a le sue labbra, e 'l vivo spirto suggi de l'alma amata, e del tuo spirto il vivo fiore ispira a le sue brame.

Ed elli a me: <<Quanto ragion qui vede, dir ti poss'io; da indi in la` t'aspetta pur a Beatrice, ch'e` opra di fede. Ogne forma sustanzial, che setta e` da matera ed e` con lei unita, specifica vertute ha in se' colletta, la qual sanza operar non e` sentita, ne' si dimostra mai che per effetto, come per verdi fronde in pianta vita.

O Talavera! o gran bestia! gridava il cavaliere, più allegro che mai. Tu sei maraviglioso d'intelligenza, quantunque ignorante di cosmografia quanto il personaggio di cui porti il nome. Ma che importa a te la cosmografia? Una cosa sai tu, e la sai bene; che a Gioiosa Guardia t'aspetta una bella scuderia, una buona strigliata, non senza la fortuna di una morbida mano che ti palpi il gran collo.

47 Or piglia il tempo che, per esser senza il suo nipote Carlo, hai di vendetta: poi ch'Orlando non c'è, far resistenza non ti può alcun de la nimica setta. Se per non veder lasci, o negligenza, l'onorata vittoria che t'aspetta, volter

Incontrai mia madre nell'andito non ancora illuminato. Di dove vieni, Tullio? Di fuori. Ho passeggiato un poco. Giuliana t'aspetta. A che ora comincia la Novena? Alle sei. Erano le cinque e un quarto. Mancavano tre quarti d'ora. Bisognava vigilare. Vado, mamma. Dopo qualche passo la richiamai. Federico non è tornato? No. Salii alla stanza di Giuliana. Ella m'aspettava.

Ed elli a me: <<Quanto ragion qui vede, dir ti poss'io; da indi in la` t'aspetta pur a Beatrice, ch'e` opra di fede. Ogne forma sustanzial, che setta e` da matera ed e` con lei unita, specifica vertute ha in se' colletta, la qual sanza operar non e` sentita, ne' si dimostra mai che per effetto, come per verdi fronde in pianta vita.

A lui t'aspetta e a' suoi benefici; per lui fia trasmutata molta gente, cambiando condizion ricchi e mendici; e portera'ne scritto ne la mente di lui, e nol dirai>>; e disse cose incredibili a quei che fier presente. Poi giunse: <<Figlio, queste son le chiose di quel che ti fu detto; ecco le 'nsidie che dietro a pochi giri son nascose.