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Quell'amore, cresciuto nella dimestichezza del vicinato, dispiacque ai parenti del giovane, e la ruggine che ne seguì tra le due famiglie portò per conseguenza uno sgombero, che era anche consigliato alla vecchia signora Szeleny da ragioni di economia domestica.

Il professore di Ariberti non era in casa. Stavo quasi per dire in iscuola. Lo studente abbandonato n'ebbe una stretta al cuore, e chiuse forte le labbra per non iscoppiare, mentre la donna di servizio gli stava dicendo che la signora Szeleny era uscita per far qualche compera, e che sarebbe tornata quanto prima. Aspetterò; diss'egli, rabbonendosi un pochino a quelle ultime parole della fantesca.

Io conosco uno, della prima categoria accennata, che, sorridendo sempre, ha scroccato la sua riputazione di cervello sottile. Con questi lieti discorsi giunsero in casa, e la signora Szeleny andò speditamente dal salotto alla sua camera, per deporre il cappellino e la mantiglia. Oh il soave profumo! gridò ella passando. Che cos'è? Mi avete portato dei fiori?

Che intender non le può chi non ci vive. Cittadina di questo piccolo mondo e partecipe a tutte le sue debolezze, la signora Szeleny ringraziava facilmente, ma leggermente altresì, il giovine innamorato dei suoi quotidiani servigi, e metteva in quella vece tutto l'ardore a desiderare, usava tutti i più sottili accorgimenti a procurarsi la parola amica di chi avesse taciuto fino a quel giorno, o il favore e l'applauso di chi, tra i semidei che ho detto più sopra, le si fosse mostrato restìo. Il sorriso confidenziale, o la protezione grossolana di un impresario, la mandava a casa più allegra di quel che facesse un di petto, venuto fuori senza stento soverchio; una risposta ritardata d'agente teatrale la faceva stare di cattivo umore per due giorni alla fila. S'intende che per ogni visitatore ella sapea ritrovare la sua giocondit

E il povero ragazzo se li vedeva sfilare davanti, processione noiosa tra tutte, cominciando da quel signor Paolo ungherese, che aveva vergato la prima pagina dell'albo, e venendo giù. giù, fino.... a proposito, fino a chi? Probabilmente a quel temerario d'un cavaliere Roberti, o ad un altro, conte o duca, conosciuto in Milano, dove la signora Szeleny aveva il suo domicilio artistico.

La beatitudine del nostro Ariberti fu turbata una seconda volta dall'aprirsi di un uscio; ma questa volta dalla parte dell'anticamera. Due signore erano annunziate, e la prima di esse, che era eziandio la più giovane, irruppe, più che non entrasse, nel salotto della signora Szeleny. Giselda si era alzata dal sof

Appena il nostro Ariberti potè raccapezzarsi un tantino, si scusò colla signora Szeleny di esser giunto troppo presto; cosa che ella doveva attribuire soltanto alla sua impazienza, che dava contro a tutte le norme dell'etichetta. No, no, interruppe Giselda, io sono nemica giurata delle cerimonie. Avete fatto bene a venir prima; venite sempre a quest'ora.

Scusate, ve ne prego; soggiunse la signora Szeleny, tenendo la sua mano in quella del giovine, ed aiutando anzi con essa la sua perorazione vittoriosa; noi donne siamo fatte così; quando ci mettiamo allo specchio vi restiamo fino a tanto che il troppo sincero testimone, o per compiacenza, o per stanchezza, non diventi bugiardo.

Anche il professore concertista, che aveva bisogno di otto righe di cronaca, gli tenne dietro ossequiente, come fa il chierichetto col prete, dopo la lettura dell'ultimo evangelio e l'inchino di prammatica all'altare. Al nostro innamorato sembrò che la signora Szeleny avesse dato una piccola rifiatata di contentezza. Vi hanno recato un po' di noia? si provò egli a domandare. No; rispose Giselda.

Intanto, la furba inglesina andava pigliandosi spasso de' fatti suoi. Dite, mio bel signorino, vi sono io sempre antipatica? Voi? a me? chiese egli confuso. , io. Non è questa l'impressione che io ho avuto la disgrazia di fare su voi? Ma chi ha potuto dirvi?... Eh, un testimonio credibile; la mia amica Giselda. Quel tradimento della signora Szeleny gli diede maledettamente sui nervi.