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Lo stesso giorno il Comitato nazionale segreto di Roma pubblicò in un foglio volante questo importante proclama: «Romani! finalmente l'ultimo soldato francese, l'ultimo straniero ha abbandonato l'Italia. Dalle Alpi al mare nessuno stendardo straniero spiega più sull'Italia protezione iniqua o signoria. Questo spettacolo, doloroso per i nostri oppressori, è pieno di conforto per noi che dopo 18 anni rialziamo di nuovo la fronte, e vediamo Roma arbitra dei suoi destini. Questo gran giorno resti profondamente impresso nella memoria e nel cuore d'ogni romano che senta onore per la sua patria fin ora tanto infelice. Questo giorno, il 14 dicembre 1866, apre un'èra nuova, un'èra che vedr

Ma riunitisi ivi sotto Ezio i restanti romani e i nuovi visigoti contro ai novissimi invasori, li vinsero a Châlons in gran battaglia , e cosí li rigettarono sull'Italia.

.... Odo che soldati Italiani s'incamminano alla frontiera. Nel Bergamasco, sui gioghi del Tonale e dello Stelvio, ai passi che guidano al nostro Trentino, occupato anch'oggi dagli Austriaci, scintillano addensate bajonette di bersaglieri, dei bersaglieri che pugnarono e vinsero al grido di Viva Italia! le battaglie destinate ad affrancare la Patria dall'Alpi all'Adriatico. Perchè questi moti? Hanno quei che imperano sull'Italia sorgente sentito finalmente il debito loro? Ha la guerra eroica che si combatte contro la prima potenza militare d'Europa da giovani, in campo senza base, senza unit

Se qualunque di questi principi stranieri avesse saputo staccarsi dall'aderenze straniere e farsi italiano, egli e i suoi nipoti avrebbero probabilmente regnato a lungo sull'Italia; o rimarrebbero almeno benedetti nella memoria degli italiani.

Io considero e noi tutti consideravamo il federalismo come la peste maggiore che possa, dopo il dominio straniero, piombar sull'Italia; il dominio straniero ci contende per poco ancora la vita; il federalismo la colpirebbe d'impotenza e di condanna a lenta, ingloriosa morte, in sul nascere. Rampollo d'un vecchio materialismo che, incapace d'affermare la collettiva unit

Io credeva allora e scrissi più volte sull'Italia del Popolo comechè a noi repubblicani venisse dalla stessa gentaglia, che ci chiamava alleati dell'Austria, gettata continuamente in viso l'accusa di volere far decidere le nostre liti dallo straniero che noi Italiani avevamo, purchè uniti e volenti, forze nostre a dovizia per emanciparci: e lo credo anch'oggi.

Dammi, oh dammi ch'io non disperi! Dalla sfera ove oggi tu vivi d'una vita più potente d'intelletto e d'amore che non è la terrena, e dove i nuovi martiri della fede italiana salivano poc'anzi a incontrarti, tu preghi con essi a Dio padre ed educatore, perchè s'affrettino a compiersi i fati ch'Ei prefiggeva all'Italia. Ma se mai la luce dubbia, ch'io saluto talora indizio dell'alba, non fosse che luce di stella cadente; se lunghi anni di tenebre e di sconforto devono ancor passar sull'Italia prima che si rivelino ad essa le vie del Signore: per l'amore ch'io t'ho portato e ti porterò, fa che il tuo povero amico pensi ed operi, viva e muoja incontaminato; fa ch'egli non tradisca mai, per intolleranza di patimenti o per amarezza di delusioni, il culto all'eterna idea, Dio e l'Umanit

Ma intanto che gli eroi morivano, il Parlamento e il Governo come inconsapevoli di questa tragica e storica attrazione dell'Africa sull'Italia sembravano persino dimentichi della loro compra massanina, o interpellati da qualche generoso negavano ogni solidariet

E se l'ebbero dagli stranieri che per dieci secoli eglino stimolarono senza posa e affannosamente a irrompere sull'Italia ogni qualvolta il loro regno pericolava, e vi chiamarono successivamente Franchi, Sassoni, Inglesi, Angioini, Spagnuoli, Ungheresi, Turchi, Svizzeri, Francesi, Austriaci per essere protetti dalle impertinenze dei sudditi che considerando il papa-Dio un impostore; e il papa-re un usurpatore e un tiranno, non avrebbero tardato un'ora, senza quegli angeli custodi, a metterlo alla porta e peggio.

Sull'Italia e su me riposanti veglia la dura volont