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Dammi, oh dammi ch'io non disperi! Dalla sfera ove oggi tu vivi d'una vita più potente d'intelletto e d'amore che non è la terrena, e dove i nuovi martiri della fede italiana salivano poc'anzi a incontrarti, tu preghi con essi a Dio padre ed educatore, perchè s'affrettino a compiersi i fati ch'Ei prefiggeva all'Italia. Ma se mai la luce dubbia, ch'io saluto talora indizio dell'alba, non fosse che luce di stella cadente; se lunghi anni di tenebre e di sconforto devono ancor passar sull'Italia prima che si rivelino ad essa le vie del Signore: per l'amore ch'io t'ho portato e ti porterò, fa che il tuo povero amico pensi ed operi, viva e muoja incontaminato; fa ch'egli non tradisca mai, per intolleranza di patimenti o per amarezza di delusioni, il culto all'eterna idea, Dio e l'Umanit

Giuliano, essendo dunque perfettamente libero da ogni predisposizione di sentimento favorevole al Cristianesimo, si accinse a fare, contro di esso, la sua opera di critico demolitore. Compose un trattato contro i Cristiani, in cui discuteva le ragioni del Cristianesimo, dal punto di vista della storia e della filosofia, e cercava di provarne l’essenziale debolezza. Questo trattato andò completamente perduto, al pari di quelli di Celso e di Porfirio, scritti col medesimo scopo. Libri siffatti dovevano essere, pei Cristiani, troppo irritanti, perchè questi potessero tollerarne la conservazione; la loro distruzione è la conseguenza naturale di una spiegabile intolleranza. Però, del trattato di Giuliano, come di quello di Celso, si potè rintracciare qualche reliquia sufficiente a darci un’idea del lavoro. Tanto Celso, quanto Giuliano, ebbero due potenti confutatori. Il primo fu discusso e contraddetto da Origene, il secondo da Cirillo d’Alessandria verso la met

Che fate in questa valle, o sciagurati, Necessario sognando alterno sdegno? I mali suoi dall'uom sono addoppiati, Se di superba intolleranza è pregno: A dolor, , ma pure a gioia nati, Da mutua avrete carit

Coloro che accusano Giuliano di violenza e di persecuzione per questi atti di difesa dimenticano che il Cristianesimo, appena ottenuta, con Costantino, la vittoria, non seppe sottrarsi alle condizioni dei tempi e dei costumi, e divenne tosto persecutore a sua volta. Come saggio della intolleranza dei primi imperatori cristiani e della persecuzione da loro iniziata, valga questo decreto di Costanzo e Costante, promulgato nell’anno 353. «Decretiamo che, in ogni luogo ed in ogni citt

Fermiamoci un istante, prima di procedere alla chiusa del documento. È veramente curioso, ed è una prova della passione che altera tutti i giudizî relativi a Giuliano, che si possa accusare di intolleranza religiosa la sua legge, dopo una dichiarazione tanto esplicita e chiara. Intolleranza ci sarebbe stata, solo nel caso ch’egli avesse proibita la propaganda cristiana, ch’egli avesse posto ostacolo alla predicazione ed alla diffusione dei libri cristiani. Ma egli dice proprio l’opposto. Egli dice che le chiese dei Cristiani sono aperte ed esorta i loro maestri ad entrarvi per leggere coi fedeli i libri in cui sta la loro dottrina. Quando noi pensiamo che Giuliano era ardentissimo nell’amore della causa pagana e ch’egli era un imperatore onnipotente e che combatteva il Cristianesimo per ragioni dogmatiche, dobbiamo riconoscere che non solo non era intollerante, ma ch’egli ha dato un esempio veramente meraviglioso di tolleranza e che, per questo rispetto, egli offre la mano al mondo moderno, passando al di sopra del Medio Evo e dei secoli seguenti. Questa condotta di tolleranza assoluta è affermata anche nelle ultime parole della sua circolare. «Per quanto sta in me

Molti dei Fasci erano ascritti al Partito italiano dei Lavoratori e s'inspiravano alla intolleranza e al fanatismo della chiesa di Milano; alcuni, per così dire, erano indipendenti specialmente se erano sorti per ragioni locali. Vera direzione centrale non c'era per quanto il Fascio di Palermo aspirasse a tale onore e facesse di tutto per meritarlo.

Se non che, a me, quegli uomini concederebbero il diritto di tener loro questo linguaggio, però che io grido insorgete e addito la via unica, semplice, razionale, e m'adopro, per quanto io so, perchè possano insorgere, e accetto e invoco la cooperazione fraterna di tutti, e chiamo gl'Italiani ad unirsi tutti in opre concordi ed attive intorno a un programma che nessuno, senza intolleranza o tradimento alla Patria comune, può rifiutare: LA NAZIONE SALVI LA NAZIONE: LA NAZIONE DECIDA, LIBERA ED UNA, DEI SUOI DESTINI. Ma voi?

I pochi che lo ignoravano come romanziere, avevano appreso ad amarlo e a riverirlo come difensore della vittima del più indegno delitto che abbiano mai commesso il militarismo, la politica, la intolleranza religiosa. In certi momenti, i più gravi interessi delle nazioni erano diventati meschina cosa di fronte alla titanica lotta da lui combattuta.

Quante donne per eroica protesta, per intolleranza eccessiva hanno disfatto una famiglia, forse due famiglie; tagliando la ritirata al marito, facendo d'un suo capriccio una passione, d'una sua contravvenzione al galateo un delitto di Corte d'Assise.

intolleranza, debolezza. La repubblica è conciliatrice ed energica. Il governo della repubblica è forte; quindi non teme; ha missione di conservare intatti i diritti e libero il compimento dei doveri d'ognuno: quindi non s'inebria di una vana e colpevole securit