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Era tardi, quando Sant'Aubert ed Emilia si ritirarono nelle loro stanze; Valancourt restò dinanzi alla porta. In quella bella stagione preferiva siffatto posto ad una stanzuccia e ad un letto di pelli. Sant'Aubert fu alcun poco sorpreso di trovare nella camera Omero, Orazio ed il Petrarca, ma il nome di Valancourt scritto su quei volumi, glie ne fece conoscere il possessore.

Perchè dunque vi ha abbandonato nelle mani di uno che non ha nessun affetto per voi?... Oh non è stato lui, ne sono sicuro... quel giorno che io lasciai la mia queta stanzuccia del Presbiterio, egli mi prese in disparte mi abbracciò stretto e piangendo mi disse: Povera creatura, mi ti vogliono levare e mi strappano il cuore, io ti terrei tanto volentieri.

Ma don Bonomo era felice. Serrò in un armadio gli abiti della povera Pepa, li cosparse di tabacco perchè gli insetti non li guastassero, comperò una piccola Madonna di gesso e, col cuore sanguinante, aiutò in persona Moschetto a portare nella sua stanzuccia uno dei letti che facevano parte del letto matrimoniale.

I volontari erano stati ammassati, pigiati in una stanzuccia; una guardia, con un coraggio da eroe, distribuiva ogni tanto qualche pedata a chi più susurrone e più curioso degli altri si azzardava a rivolgere qualche interrogazione.

Eravamo in sette in una stanzuccia dove a mala pena ci si poteva rigirare in tre! la grotta di Monsummanno era al paragone una cantina in tempo d'estate! mai bagno a vapore ha ottenuto l'efficacia diretta che produceva in noi quell'ambiente! i nostri abiti e le nostre camice sembravano inzuppate nell'acqua: se le autorit

Il medico, un giovane ch'era al principio della sua professione, si guardava attorno meravigliato, assalito, in quella desolante miseria della stanzuccia, da una tristezza profonda. Se lei mi mette subito il visto alla carta di accompagnamento soggiunse il delegato io mando via quel signore oggi stesso. Non sente? V'è gi

Capirai, abbiamo una laurea adesso... Dottore in utroque!... Ah, mio Dio! Son contento, guarda, son contento! Andiamo a pranzo. Pago io. Voglio pagare io!... S'interruppe. Mi guardò, meravigliato. M'afferrò pel braccio e mi scosse, faccia a faccia. Ma, che hai? Carlo? Che hai?... Guardò intorno, come a interrogare sul mio silenzio le umili e fredde pareti della nostra stanzuccia.

La finestretta quadra gli sbatte addosso un po' di luce e lo mostra qual'è, un alpigiano inferraiolato: la portella si apre sollecitamente: ma oh! questa che spinge la robusta tavola di quercia non è mano di montanara!... Qua nella stanzuccia di legno ecco appese le scuri del boscaiuolo, qua due giacigli, una culla di poverissime lane e nella culla un bambolino, qua entro quattro lastre di pietra ecco un focolare vampeggiante.

Andava su e giù per la stanzuccia, frugandovi, accrescendo a mano a mano il suo bagaglio. E durante la bisogna continuava: ... Ti devi chiamar fortunato, via! Non ti pare?... La vita assicurata. Ma scherzi?... Dimmi, hai visto niente i miei pettini?... Non ti scomodare. Eccoli.

Nell'angolo più appartato, don Giorgio in cotta bianca e stola ricamata sopra la lunga veste nera, finiva di confessare gli uomini. Da due ore egli stava seduto, quasi immobile, nella luce tediosa di quella stanzuccia, nell'aria grave per tanti fiati misti al puzzo di moccolaia.