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A diciotto anni, più leggiadra ancora della sorella, alta, flessibile, bianca come una camelia, bionda cogli occhi neri, s'innamorò perdutamente di un giovane ingegnere, Silvio Tronconi, poverissimo e così gracile nella sua pallida bellezza che pareva una donna. Lo aveva conosciuto in casa di un'amica, dove lo studente si recava qualche volta a conversazione malgrado la selvatichezza dell'orgoglio, che gli faceva fuggire ogni occasione di feste per non mostrarsi nella ridicola decenza della propria miseria di orfano. Il mondo è severo cogli abbandonati, che hanno bisogno di conquistarlo per vivere, e se ne sentono la forza. Egli non aveva che una piccola pensione, appena sufficiente per non morire di fame, assegnatagli da uno zio, vecchio impiegato, il quale divideva così con lui la propria tutt'altro che lauta; quindi, venuto a Bologna per frequentare assiduamente l'Universit

Non s'imbragò guari in teologia, in diritto, in pedagogia. S'innamorò invece dello studio della fisiologia, della chimica, della fisica. Poi, per una tendenza verso il soprannaturale che gli era propria, si cacciò capo giù nelle scienze mistiche e nelle speculazioni ermetiche. Il professore di Tubinga, che lo dirigeva, era forte addentro a queste scienze e vi credeva coscientemente.

No; il volto di lei non aveva cangiato espressione, solo l'occhio fiero avvolgeva Carmela e Gaetano in un freddo sguardo e la bocca gentile si piegava ad una curva dura ed energica di disprezzo. Egli rimase freddo, immobile, istupidito. Perchè il disprezzo? Fu così che Gaetano Starace, Pulcinella del popolare teatro di S. Carlino, s'innamorò di una sconosciuta.

S'innamorò d'una delle dame che servivano in palazzo del gran maestro; e, a sviargli quella passione, non gli valse il vedere la donna amata sposarsi ad un altro, non valsero le riprensioni del Villena, non i gastighi e la prigionia a cui questi lo condannò. Al marito della donna non era ignoto anche prima delle nozze quell'amore, e in lui la gelosia era precorsa al sacramento. Vile!

LIMOFORO. Vostro figlio a tempo che studiò a Salerno, s'innamorò di mia figlia stimata allora figlia d'un maestro di scuola; e sapendo ch'oggi veniva in Napoli per passare in Roma e che doveva alloggiare al Cerriglio, trasformò la vostra casa in taverna con l'aiuto d'un suo servitore chiamato Cappio,

PILASTRINO. Tu hai poco ingegno. Deh! Non mi ricordare i morti, a tavola. Or credo ben che quel Giupiter, Giove, quando s'innamorò, si rivolgesse in questa forma. Guarda gran fatica ch'ebbe, a far ch'una donna l'abbracciasse! ché, se fosse la Morte inorpellata con questo, gli anderia dietro ciascuno sarebbe secura nel suo regno. Ch'altro è vedere una gran verga d'oro che 'l viso d'una donna!

Gino s'innamorò delle serre, e promise a stesso di andare un giorno a vederle, quelle poetiche chiuse di lastroni e di legna, che fanno pescaia alle acque e ricettacolo ai tronchi galleggianti, per lasciarli poi, a cateratta dischiusa, precipitare affollati in un serbatoio inferiore, e così via, di pescaia in pescaia, fino ai grandi depositi della pianura.

Te lo giuro, Fathma. Abd-el-Kerim, quando era di guarnigione a Chartum s'innamorò di mia sorella e chiese la sua mano. Appena finita la campagna contro il Mahdi egli la sposer

E quando la vide sconvolta, l'occhio smarrito, la bocca fremente, vinta dall'affetto, dalla tenerezza, dall'amore, egli osò dirle ad alta voce, audacemente, che l'amava. Fu così che Adriana di Castroreale s'innamorò perdutamente di Giorgio Filomarino. Fu questa la vittoria di Annibale.

91 E come uom d'alto e di sublime core, ove l'avrian molt'altri in odio avuto, egli s'innamorò del suo valore, veder fargli oltraggio avria voluto: gli sarebbe per un de' suoi che muore, vederne morir sei manco spiaciuto, e perder anco parte del suo regno, che veder morto un cavallier degno.