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Pochi giorni dopo, il capitano Bonifazio, col suo passaporto in piena regola, partiva pel Polesine, visitava alcune fattorie rinomate, procurando che l’I. R. Delegato Provinciale di Rovigo venisse a saperlo, e poi senza che nessuno l’avesse visto entrava in una casa colonica, nella campagna deserta, e s’intratteneva per un paio d’ore coi Carbonari venuti apposta da Ferrara, per intendersi con lui sulle armi e le munizioni da introdursi, per distruggere i governi dispotici, dare all’Italia un governo costituzionale, o almeno unire in vincolo federativo i varii governi italiani, tutti però aventi per basi costituzione, libert

Il Piemonte, o neutrale o amico della Francia, tutti i feudi di Romagna interessati a sostenere la Francia, Firenze egoista, Ferrara gonfia di poesia e di poeti, non curante di tutto il resto, e con amici di tal fatta d'ogni intorno, i Milanesi, con più ostinazione di tutti, nemici di Milano e degli Sforza. In questi pensieri se ne venne a Ferrara per la via di terra, per esser l'Adriatico, in quella stagione procelloso fuor dell'usato. Da Ferrara passato a Rovigo, trovò qui buon numero di Francesi comandati da Annibale ed Ermete, fratelli della Ginevra Bentivoglio. Seppe che Giampaolo Baglione li aveva caldamente raccomandati al governatore Lautrec, perchè li aiutasse a ricuperar Bologna, e il Lautrec, vedendo che col ritogliere al papa quella ed altre citt

Quello che dissero e quello che sognarono per l'Italia? Don Giovanni nella forte modestia della propria natura non se ne aperse con alcuno; quello solo che poterono poscia indovinare gli amici fu che Garibaldi temeva per Don Giovanni, e questi per Garibaldi. Perchè il Papa re di Roma, che faceva fucilare a Rovigo l'eroico Ciceruacchio e Ugo Bassi a Bologna, non avrebbe inferocito su Don Giovanni?

Molto radicarono le nuove opinioni in Vicenza, ed un'accademia di quaranta si era radunata per prendere partito del come credere e adorare. Inquisizione ecclesiastica non tollerava Venezia, ma i suoi inquisitori di Stato colsero cotesti novatori, e fecero strozzare Giulio Trevisani e Francesco di Rovigo: gli altri scamparono a rotta. Fra i quali Alessandro Trissino con altri riparò a Chiavenna, donde scriveva al concittadino suo Lionardo Tiene, perché con tutta la citt

C’era una camera coi ritratti dei generali francesi che ebbero titoli italiani. Massena duca di Rivoli, Augeran duca di Castiglione, Victor duca di Belluno, Moncey duca di Conegliano, Savary duca di Rovigo, Mortier duca di Treviso. Pochi ritratti di generali italiani, perchè molti erano entrati nell’esercito austriaco. In apposita stanza aveva raccolto le tremende memorie della Russia.

Francesco Donato, il quale era stato competitore del Lando, ed aveagli ceduto affine di non recar danno alla patria per la guerra che allora e in terra e in mare ardeva, troppo a lungo la creazione protraendo, aveva coperto i reggimenti di Rovigo, Vicenza, Padova ed Udine, e sostenuti i gradi di Senatore, Savio, Capo dei Dieci, Consigliere e Procuratore.

Nel viaggio di ritorno si arrestò a Brescia, Verona, Vicenza, Padova; fece una scappata a Rovigo e a Venezia, e in tutte queste provincie s’incontrava coi federati, faceva dei proseliti, formava nuovi centri carbonari, allargava le diramazioni nei principali villaggi, e stringeva i nodi d’un’ampia rete che doveva serrare nelle sue maglie l’aquila a due teste.

XII del colonnello Marino Stamula reggimento n. XIII del colonnello Giacomo Sarotti reggimento n. XIV del colonnello Francesco Galli reggimento n. XV di Rovigo reggimento n. XVI di Treviso reggimento n. XVII di Padova reggimento n. XVIII di Verona .