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La Margherita, dolce per naturale e pei prudenti consigli paterni, frapponeva qualche parola per disapprovare gli esagerati spedienti, e mostrava come il lamentarsi a tal modo di un cattivo reggimento non faccia che peggiorare quello, ed invelenire i soffrenti: dover piuttosto, chi lo può, procurare legittimamente di mitigarlo, non mai attizzare fra gli oppressi un'ira impotente: in caso diverso, altro non restare che o soffrire in pace o mutare di cielo. Mio padre (soggiungeva essa) l'ho inteso più volte replicare: Ai novatori la pazienza. Nessuna riforma può attecchire se non sia radicata nel popolo. E questo popolo non è come amano figurarselo diversi, tutto oro, tutto feccia. Costretto sempre alla fatica, non si abbandona gran fatto ai sentimenti, e piuttosto calcola i vantaggi immediati. Non ridetevi dei pareri di una donnicciuola. Io ve li do sull'esperienza di mio padre, il quale aveva anche in bocca questo proverbio: Il popolo è simile a san Tommaso: vuol vedere e toccare. Ma voi, come? voi parlate di libert

Stava il tristo nella goffa estasi sua, quand'eccogli addosso il temporale. Perocchè all'ordine di Luchino, il connestabile Sfolcada Melik, con una grossa banda di quei mercenarj suoi compatriotti, che Luchino comprava per sua difesa perchè ignoravano il parlar nostro, non badavano alle scomuniche del papa, cedevano a lusinghe di novatori, mosse tosto per sorprendere in casa i gran ribelli.

Queste pratiche, anzichè ravvivare, davano l'ultimo tuffo alla Valtellina. Vi si crebbero le guarnigioni a carico del paese. Ogni ombra pigliava corpo: i signori grigioni, ingordi d'aversi intorno timidi soggetti anziché buoni amici, potevano quanto ardivano, ed ardivano quanto volevano, sostenuti com'erano dai novatori. I quali, come interviene allorché il debole vuole ad ogni costo ajutarsi sopra il contrario, mirando unicamente all'utile proprio, vedevano bene che i loro religionarj crescessero in autorit

La gravitá, con cui in questa tiritera di commento ho affastellate tante stramberie, è una gravitá tolta a nolo; e la costanza della ironia sbalza agli occhi di per . Ho voluto spassarmi a spese de' novatori. Ma con te, figliuolo, con te la coscienza di padre mi grida ch'io lasci le baie e mi metta finalmente sul serio.

In quella valle, san Carlo trovò abbondare scolari del Vergerio e di Pietro Martire Vermiglio ed esservi (scriveva al cardinale Sabello) il nome di cattolici, non i costumi, la credenza. V'avevano tenuto casa i novatori Frontano e Canossa. Poc'anzi v'era morto Lodovico Besozio, scolaro del Frontano migliore del maestro: era frequentissimo il contatto colla val di Reno, tutta gi

A buon conto gli stessi novatori, mentre si aguzzano alla disperata onde predicarne le lodi, sono costretti dal coltello alla gola a confessare che le opere di Shakespeare e dello Schiller, quantunque, come essi dicono, maravigliose in totale, non vanno scevre di magagne, se si guarda separatamente alle parti.

Mi sono valso, anzi, della mia posizione indipendente per attuare un mio vasto e audace progetto di rinnovamento intellettuale ed artistico in Italia: quello di proteggere, incoraggiare ed aiutare materialmente i giovani ingegni novatori e ribelli che quotidianamente vengono soffocati dall'indifferenza, dall'avarizia o dalla miopia degli editori.

Milano, Fratelli Treves, 1896. "L'arte, in tutte le sue forme, è un continuo ed instancabile divenire, ed è perciò che noi non mostreremo mai abbastanza tenerezza, mai abbastanza ammirazione pei novatori, sia per coloro che pagano con lunga serie di amarezze un tardivo raggio di gloria, sia per coloro che, pur passando da errore ad errore, preparano la via ai trionfatori del dimani, e che, nella loro immolazione ad un elevato ideale d'arte, il quale è brillato fulgido nella loro mente, ma che essi, ahimè! non sono riusciti ad incarnare, ci appaiono grotteschi, mentre pure sono i martiri dolorosi e ignoti dell'arte!¹."

In queste buone predisposizioni ed in queste analogie organiche, i novatori di cui sopra scorgevano da ultimo un indizio benaugurante per la propria tesi.

Si trova in una continua agitazione»¹⁹¹. ¹⁹¹ Diario ined., a. 1799, pp. 172-73. Se questo era l’ambiente governativo, nobilesco, popolare contro i novatori e contro i Francesi, dei quali facevasi tutt’uno coi detestati Giacobini, facile è presumere quale dovesse esser la poesia politica che lo ritraeva. Uno dei primi componimenti nel genere era un sonetto di Giuseppe da Ponte.