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La donna, dirò anzi, ne è assolutamente esclusa, come è pure esclusa dalla mia tragedia satirica Le Roi Bombance, apparsa a Parigi nelle edizioni del «Mercure de France», rappresentata con grandissimo clamore al Théâtre de l'Oeuvre e recentemente pubblicata in italiano dagli editori Fratelli Treves, col titolo di Re Baldoria.

Quel giorno un giorno qualunque, di dopopranzo si era disteso sulla poltrona, una gamba a cavalcioni dell'altra, lo stuzzicadenti in bocca, ed un volume delle edizioni Treves in mano, con la determinazione netta di leggere. Il libro era interessante; ma, caso nuovo e strano, il lettore era molto distratto; dirò di più, era nervoso ed inquieto.

Questi lo difesero con foga da partigiani. I critici più illuminati, più indipendenti dalle brighe teatrali, lo compresero ed ammirarono sempre molti gli furono devoti constantemente, e fra questi il Rovani, Paolo Ferrari, Emilio Treves, Colucci, Francesco Zappert, Filippo Filippi, ed altri distinti. La giovane letteratura italiana era tutta per lui.

A prima vista, senza avere il testo sotto gli occhi e senza conoscere altri tentativi di traduzione, a coloro che conoscono bene lo stile e dirò anche la maniera del Massarani, la lettura del volumetto elegantemente stampato dai Treves fa sospettare che il traduttore abbia interpretato con troppa larghezza la concessione di certe libert

Siano sinceramente e schiettamente giovani i giovani! È consiglio disinteressato di un vecchio. Dialoghi di esteta. Milano, tipografia Treves, 1899.

Ma rileggendo oggi il volume, per questa nuova edizione messa fuori dalla Casa Treves, l'autore s'è accorto che veramente c'era ragione a schiamazzare come schiamazzarono i critici di quel tempo. In Roberta la forma l'ho detto è libera, strana, senza freno, impetuosa, ardita. Sfogliamo insieme qualche pagina, e troviamo qualche esempio.

Studiare? Studiare? No, no, no! s'accresce il mio sconforto sui libri! Devo scrivere per Treves un articolo sulla Rocchetta del Castello. Sento il peso che mi sono imposto.

Milano, Fratelli Treves, 1896. "L'arte, in tutte le sue forme, è un continuo ed instancabile divenire, ed è perciò che noi non mostreremo mai abbastanza tenerezza, mai abbastanza ammirazione pei novatori, sia per coloro che pagano con lunga serie di amarezze un tardivo raggio di gloria, sia per coloro che, pur passando da errore ad errore, preparano la via ai trionfatori del dimani, e che, nella loro immolazione ad un elevato ideale d'arte, il quale è brillato fulgido nella loro mente, ma che essi, ahimè! non sono riusciti ad incarnare, ci appaiono grotteschi, mentre pure sono i martiri dolorosi e ignoti dell'arte!¹."

Tanto erano dimenticate e ignorate quelle novelle che parecchi ai quali credetti di potermi sicuramente rivolgere per notizie, mi guardarono stupiti, persuasi che io confondessi Arrigo con Camillo, autore, come si sa, di due volumi di novelle, pubblicati dai Treves, Storielle vane e Senso, nuove storielle vane.

R. BONFADINI, Mezzo secolo di patriotismo, Milano, Treves, 1886, p. 84-91, dove il ritratto politico del Guicciardi è delineato con mano maestra, sebbene un po' indulgente.