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Per li quali conoscere perfettamente, è stato necessario prima intendere le cause, che possano fare abbondare un regno d'oro o d'argento, dove di detti metalli non sia miniera; e dopo, da quelle inferire alla penuria e abbondanza, con le considerazioni delli mezzi e modi dell'operazioni, impedimenti e remedi di quelli, applicandoli al nostro Regno, per saper meglio l'espedienti che si possono per tale effetto tentare.

Io intendo «abbondare una cosa», non quando in fatti molta quantitá di essa se ne trova, assolutamente parlando, ma quando ve ne ha gran copia, rispetto al bisogno, stima e disiderio che ne hanno gli uomini.

E, se bene tanto questo quanto gli altri non si neghi che non siano difficili da intendersi in come si abbino da disponere, conoscendo quel che vi bisogna, non per questo si deve lasciare di cercarli e metterli in essecuzione, dovendo atterrire la difficoltá gli uomini di poco spirito e manco forze, e non chi deve abbondare e abbonda maggiormente di spirito e di forza, come è il prencipe che governa: essendo verissima la proposizione che a colui che vuole e puote non è cosa difficile, e l'altra ancora che non si concede cosa alcuna senza gran travaglio di vita.

E questo accidente tiene il primo loco in fare abbondare la cittá o regno di monete in particolare piú che in universale.

In quanto al primo, se si vuol dire che questo facesse abbondare il Regno di moneta con farvene venire, si ha da vedere se si sbassa il peso della moneta propria e si lascia come stava il prezzo della forastiera, e cosí si viene a sbassare il prezzo di quella a rispetto della propria: questo non può generare che venga moneta piú di quella che vi veneva, perché, vi perde, e, se non vi perde, non vi guadagna.

Circa la condizione della valuta alta della moneta, o oro o argento, se è detto questa condizione non essere causa, ma possere essere occasione, se con altre circonstanzie si disponga, meno potente, e in Regno non aver mai prodotto effetto alcuno di farlo abbondare: del che si dirá nella terza parte.

Ma la veritá è in contrario, che semplicimente la proibizione dell'estrazione de la moneta non è espediente alli Stati, giova a cosa alcuna di farli abbondare d'oro e argento, anzi è piú presto dannosa; eccetto se per alcuno disordine il Stato fusse in termine tale, che l'estrazione li potesse nocere.

La prima e seconda sono vere e si possono redurre in una sola, cioè che la causa perché il Regno sia povero di denari è che, mancando gli accidenti che possono fare abbondare li regni d'oro e argento, e non vi essendo fuorché l'accidente della superabbondanzia della robba che si estrae per fuora, li denari, che dovriano venire per detta robba, non vengono.

Ché per tal rispetto, trattandosi di materia importante a prencipi pari suoi, e in particulare ritrovandosi nel felice governo del detto Regno, ho preso ardire dedicarli questo mio Trattato delle cause che possono fare abbondare li regni d'oro e d'argento dove non siano miniere, con applicarle al nostro Regno; ché, a rispetto dell'opera e autore, mi avria parso offendere l'orecchie di Vostra Eccellenzia, per ritrovarsi in lei ogni virtú e scienza in quell'eminenza maggiore di tutti suoi illustrissimi antepassati, che senza dubbio fra li prencipi di filosofo e fra filosofi di prencipe deve tenere il nome.

E cosí si sará complito a quanto si è promesso. Delli remedi fatti e proposti per fare abbondare il Regno di moneta. Li remedi fatti per abbondare il Regno di moneta sono questi: Primo, la proibizione dell'estrazione della moneta, tanto propria quanto forastiera, ogni sorte d'oro e d'argento. Secondo è stato il bassamento del cambio.