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in questo bisognaria che concorresse l'intenzione o volontá o conoscenza d'alcuna maggiore o minore parte di popolo, alla quale saria difficile persuaderli e farli conoscere quel che l'intelletto loro non conosce; ché basta di farlo l'ultimo accidente commune, quale, come si è detto, è come causa agente e superiore di tutti gli altri accidenti, e quelli può disponere, introdurre, causare, migliorare e mantenere con altre cose dette nella prima parte.

Unde, quella che alora appareva tenebrosa, appare ora con perfectissimo lume a' grossi e a' soctili di qualunque maniera gente si sia. Ogniuno riceve secondo la sua capacitá e secondo che esso si vuole disponere a cognoscere me, perch'Io none spregio le loro disposizioni.

Ma, come si disse nel proemio, non è cosí facile sapere bene disponere questo accidente; e bisogna a quel che governa considerar bene non una cosa sola, ma molte, e aver risguardo all'inconvenienti e altri effetti che possono essere causati dalla provisione e non ingannarsi nei mezzi principali.

Nel quale tempo della nocte tu ti debbi disponere al misterio che hai a fare la mactina, con uno cognoscimento di te, cognoscendoti e reputandoti indegno a tanto misterio, e con uno cognoscimento di me che per la mia bontá te n'hoe facto degno e non per li tuoi meriti, e factoti mio ministro, acciò che 'l ministri a l'altre mie creature.

La difficoltá l'accresce la contraria inclinazione della gente del paese, come si è detto nella prima parte; e il tutto ha da dependere dall'ultimo accidente commune, che ha da movere, disponere e conservare gli altri accidenti, quale similmente si è detto difficilissimo essere da essercitarsi al proposito, oltre d'altre difficoltá minori e particolari.

Or essendo mia, vo' disponere di voi come di cosa propria. CLERIA. Ma ditemi, signor mio, come io me vi donai tutta, cosí voi intieramente vi donaste a me: or come cosa mia e non vostra, io vi comando che non mi debbiate astringere a questo fallo.

Disponere bene una republica overo governar regni e rimediare alli disordini che possono nascere o defetti che vi sono, par sia, quasi e senza quasi, cosa commune a tutti e che ciascuno presuma ciò intendere; di modo che, a qualsivoglia pericolo che li soprastasse e di difficile rimedio, se offereria ritrovar pronto espediente, ancorché rozzo idiota, e diria che si deve far questa provisione, promulgar questa legge e che, si toccasse a lui governare, provederia in quel modo, e cosa simile: soccedendo il contrario in qualsivoglia altra scienzia e arte, che nissuno ardisce trattarne se prima non ha acquistato l'abito o esercizio di quelle in tutto o in parte, come si vede nella filosofia, astrologia, matematica e altre facultá, e cossí in tutte le arti.

E, se bene tanto questo quanto gli altri non si neghi che non siano difficili da intendersi in come si abbino da disponere, conoscendo quel che vi bisogna, non per questo si deve lasciare di cercarli e metterli in essecuzione, dovendo atterrire la difficoltá gli uomini di poco spirito e manco forze, e non chi deve abbondare e abbonda maggiormente di spirito e di forza, come è il prencipe che governa: essendo verissima la proposizione che a colui che vuole e puote non è cosa difficile, e l'altra ancora che non si concede cosa alcuna senza gran travaglio di vita.

Questo vero lume, non essendo disposta quella anima come si debba disponere a tanto misterio, non rimane per grazia in quella anima, ma partesi, e ne l'anima rimane maggiore confusione, spenta con tenebre e aggravata la colpa sua.

Poi che egli ha purificata l'anima da la colpa, riceve pace di coscienzia, comincia a disponere l'affecto de l'anima e aprire l'occhio de l'intellecto a vedere il luogo suo, che, prima che fusse vòto, non il vedeva vedeva altro che puzza di molti e diversi peccati.