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Volendolo seguire nelle sue escursioni avrei qui da riempire molte pagine, e ripetermi molte volte, poichè in lungo volgere d'anni visitò a più riprese quei siti, la cui bellezza maggiormente lo aveva colpito.

Auf!... che vita!... E pensare continuava fra che quella donna aveva l'impudenza di ripetermi due volte al giorno, dalle due alle cinque e dalle nove alle dodici, che mi voleva bene, e poi m'ha lasciato venir via senza dirmi una parola.... M'avesse scritto almeno, ma no: cioè no, veramente, non lo posso sapere, perchè in tal caso avrebbe spedita la lettera a casa mia; anzi è quasi probabile, è sicuro quasi che lo ha fatto.

Io, tanto irremovibile nel proposito di rimaner scapolo, non capisco perchè voi vogliate restar vedova. Così... Se ve ne avessi da dire il perchè non saprei. Ah! lo fate da dilettante. Ho cominciato a ripetermi che non mi sarei rimaritata, mi sono avvezza a questa idea, ed ora il vedovato è in me una seconda natura.

Posso andare ad assicurarmi. Farai meglio a continuare la tua via. Fathma!.... Ti comprendo tu vorresti ripetermi quella parola che cento altri prima di te mi ripeterono. Quella parola per me è morta; non ci credo più. Oh! non dire questo, Fathma! Ti amo, ti amo, ti amo e per te darei tutto il mio sangue. Mettimi alla prova: vuoi tu che ti porti la pelle di cento leoni?

Ieri io aveva promesso di concorrere co' miei pochi talenti allo spettacolo di questa sera; voi vi affrettaste ad iscrivere il mio nome sull'avviso; ed oggi... Ebbene? Oggi non posso... E qui il buon sagrestano a ripetermi le proteste del curato e del coadjutore, i quali non permettevano che egli uomo di chiesa, avesse a prender parte ad uno spettacolo tanto profano.

Come era silenziosamente implorante che io mi decidessi ad accettare la generosa offerta della sua vita! Ora, lo capivo, il pudore le impediva di ripetermi le disperate parole: Fammi morire così, Dario! Sarò felice di morire così! Ma c'era nei suoi sguardi, nella sua voce commossa, nelle sue contegnose carezze qualcosa che mi esprimeva mutamente la stessa offerta. Io ero alla tortura.

«Sarei io insultato alla mia tavola, e lo sarei da un amicogridò Montoni pallido dal furore. «Perchè ripetermi i motti d'uno stoltoVerrezzi, che si aspettava di vedere l'ira di Montoni volgersi contro il conte, guardò Cavignì con sorpresa, e questi godè della sua confusione. «Avreste la debolezza di credere ai discorsi d'un uomo traviato dal delirio della vendetta?

Me ne accorgo; per questo non te ne ho riparlato più. Sei tu ora... Mi sfogo con te che mi conosci meglio degli altri, che comprendi, e non sei sciocco da ripetermi come gli altri: Questi confetti, quando?