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La campana annunziava regolarmente il principio e la fine del lavoro e il cambio delle squadre, i forni ardevano senza interruzione, le caldaie a vapore mettevano in movimento le pompe e la grù, un denso fumo usciva dai caminoni e si svolgeva in spire capricciose nell'aria, i carretti carichi di minerale correvano lungo i binari, lo scoppio delle mine rimbombava nel sotterraneo; e su e giù per la discenderia, e lungo le gallerie, era un andirivieni continuo d'operai e un agitarsi di fiammelle fantastiche.

Stavano tutti immobili ad ascoltare quel cuore; allora Valeria capì che non aveva parlato. Il cuore rimbombava e rullava. Era spaventoso. Valeria girava gli occhi atterriti implorando soccorso. Allora la suora disse al chirurgo: Oh provi, provi! L'aiuti, povera creatura! E ancora l'acqua sgorgò e scrosciò, e qualche cosa fu spinto, scricchiolante e stridente, sul pavimento di marmo.

Domenica scendi a Bondione? chi sa mai che potremo discorrere. Addio. E fece per allontanarsi. In quella un rumor di imposte sbattute si udì alla piccola finestrina; i vetri ne furono aperti e, mentre il tuono rimbombava più forte che mai, fuori del davanzale Benvenuto gridava minaccie inintelligibili trinciando le mani per aria.

Ora mentre i Mascalicesi si battevano da leoni, prodigiosamente, su ’l gradino di pietra, Giacobbe disparve all’improvviso, girò il fianco dell’edifizio, cercando un varco non difeso per penetrare nel sacrario. E come vide un’apertura a poca altezza da terra, vi si arrampicò, vi rimase tenuto ai fianchi dall’angustia, vi si contorse, fin che non giunse a far passare il suo lungo corpo giù per lo spiraglio. Il cordiale aroma dell’incenso vaniva nella solitudine della casa di Dio. A tentoni nel buio, guidato dal fragore della pugna esterna, quell’uomo camminò verso la porta, inciampando nelle sedie, ferendosi alla faccia, alle mani. Rimbombava gi

La musica rimbombava da tutte le parti. Annetta ammirava tutte quelle feste, considerava la magnificenza degli abbigliamenti, le ricche livree dei servitori, i mobili di velluto ricamati in oro, ascoltava i lieti canti che facevan echeggiar le vôlte, e credevasi trasportata in un palazzo di geni e di fate.

I soldati marciavano serrati; il suon dei passi Cadenzato e monotono rimbombava sui sassi; I tinníti dell'armi pareano strappi d'arpe; Nelle pozze e nel fango cadean le larghe scarpe Insudiciando l'uose strette sulle caviglie; La pioggia scivolava sulle negre mocciglie E imperlava i cocuzzoli dei cappelli alla scrocca.