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Fumava con gli occhi sperduti nei circoli azzurri, nelle ondeggianti nuvole della sua profumata sigaretta. Poichè teneva le ginocchia un po’ sollevate, si vedevan nell’ombra della gonna le sue belle caviglie delinearsi come lunghi fusi. Que’ capelli così biondi, così leggeri, davano al suo viso d’educanda un non so che di celestiale.

Un largo gambale che caschi su le caviglie in pieghe uniformi; un collo del piede alto e comodo, punta piatta e forte che all'occasione possa usarsi in certi esercizî.

Ella si chiudeva nella rete fittissima dei suoni che mandavan le sue nácchere, si avviluppava nel rumore, nella gioia della danza, come per scolpire in fugaci opere d’arte la bellezza del suo corpo inesauribile. Aveva le anche agili e pesanti, le ginocchia salde, quasi buie, le caviglie splendenti, aride, però innervate con forza ne’ sottilissimi piedi, le reni asciutte, magre come il piacere, dolorose come la volutt

"So che mi son svegliato con pesanti catene "Ai polsi e alle caviglie. Me ne ricordo bene! "Non un raggio di luce! Un fetore di morte "Mi saliva alle nari. Le catene eran corte. "Mi addormentai di nuovo. E d'essere un mastino "Sognai. Fui risvegliato sul fare del mattino "Da un uomo lungo e pallido. Io gli chiesi chi fosse.

Il Russo lungo lungo, amico del Belga piccino piccino, aveva una sorella di media statura. Questa era una signorina ben fatta, poco seria, che andava pazza per il ballo ed era dalla fronte alle caviglie cosparsa di quella indefinibile seduzione che si chiama il fascino slavo. Sopra i suoi fianchi molto ben disegnati gi

⁸² Hager, Gemälde von Palermo, pp. 85, 91. Berlin, 1799. E Galt, con particolari del tutto nuovi, raccontava agl’Inglesi che in Palermo gli spettatori più astuti portavano in tasca dei punteruoli, che, entrando in teatro, piantavano dietro le spalliere delle sedie innanzi a loro come per caviglie per appendervi i cappelli. A nessuna donna era permesso sedere in platea.

Odette era sprofondata in una grande poltrona scura; vedevo le sue braccia nude fino al gomito, vedevo le sue belle caviglie, del tutto scoverte, nelle calze di filo nero, che parevan d’argento. E la macchia de’ suoi capelli biondi, sul velluto scuro, sembrava quasi un vortice di fumo.

L'ancora, mi disse un fabbro nudo fino alla cintura, re d'una fucina in cui si profondava fino alle caviglie nel polverio nero, s'arroventava la gola e lagrimavano gli occhi può pesare da 150 a 4000 chilogrammi, e alzava un martello da venti, lasciandolo cadere su un'incudine suonante come un concerto di dieci campane.

Ho dei brillanti insolenti, quasi azzurri, grandi come il mio cuore! che dico? di più, di più! E li porto a tutte le ore, in tutte le stagioni intorno al collo, alle braccia, alle caviglie su tutta me! «Spero che anche voi portate molti gioielli. «Adoro gli uomini ineffabilmente anormali e ~mauvais-genre~, che portano degli anelli fino alla punta delle dita.

Piove. Il mare fuma di pesante nebbia. Io pure fumo con iracondia queste saporite sigarette spagnole, fatte con tabacco dalla foglia nera. Quando vi piegate sul bigliardo per misurare il colpo di stecca, voi, Madlen, nella succinta gonna che vi dondola sopra le caviglie, siete frivola e seria come le figurine di certe stampe assai belle che si disegnano appunto nel vostro paese.