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«La locomotiva che attraversa la terra come un conquistatore inebriato di fumo e di possanza; questo sorprendente meccanismo che accelera il moto dell'uomo e la diffusione delle idee non ha forse relegati nelle cave di carbon fossile migliaia e migliaia di sciagurati, perchè muoiano nelle impure esalazioni a benefizio del progresso che cammina?

Per fatti politici si condanna ad esser relegati sulla vetta di una montagna, custoditi da soldati, e dove bisogna lavorare il terreno per procurarsi da vivere; chi è scoperto di apertamente cospirare contro il Re, è acciecato, ma questa pena è ora quasi caduta in disuso; chi pubblicamente sparla della sacra persona di S. M. ha la lingua tagliata; pei ladri la condanna e il taglio della mano destra e del piede sinistro.

Li ho messi in prigione. Li ho relegati nei conventi a far penitenza. Li ho fatti mandare al bagno. Li ho ingiuriati dall'alto del trono della chiesa. Non sono riescito. Non mi resta che non aver più dei preti, se voglio averli morali. Un solo, in mezzo di questo branco immondo, si è preservato da ogni sozzura: voi! È vero, monsignore. Voi siete giovane, nondimeno, voi siete robusto.

Una mezza dozzina di maestri impotenti, relegati nei Conservatorî a digerire la loro ambizione rientrata; un'altra mezza dozzina di critici pretenziosi e venali, oltrecchè ottusi ad ogni estetica che parli alla fantasia ed al cuore, si son fatti banditori in Italia di una maniera d'arte che è dell'arte vera la negazione. Una casa editrice di Milano, vagheggiando il patriotico disegno di sconfiggere il gran maestro contemporaneo, le cui opere fecero trionfalmente il giro del mondo, comperò e fece rappresentare in Italia le opere del Wagner, spendendo somme ingenti per farle applaudire e portar a cielo da un certo pubblico. Si inventarono le assurde parole: arte dell'avvenire, arte aristocratica, ecc., ecc. Si credette che l'assurdo, il mostruoso; l'incomprensibile potesse quandochessia surrogare il semplice e il bello. L'autore del Tanäusher ottenne a Bologna una apoteosi, e onoranze quasi identiche, se non maggiori, vennero rese nella istessa citt

In questa condizione umiliante si trovavano quel giorno il conte Luca e la contessa Zanze Rialdi, cugini dei padroni, relegati insieme con la loro figliuola Fortunata a una finestra di fianco che dava sul rio e dalla quale il Canal Grande si vedeva solo in iscorcio. la finestra era esclusivamente per i Rialdi, chè anzi essi dovevano dividerla con Don Luigi, precettore del contino Leonardo, e con un'altra signora soprannominata la contessa Ficcanaso per la rara abilit