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Fin da giovinotto, ci raccontava in questi anni, nel giungere su una prominenza, su una vetta qualunque, egli si sentiva invaso da un «bien aise» insolito e come purificato da ogni sozzura terrestre in quell'ambiente aereo e vivificante; e rimaneva lunghe ore estatico ad ammirare le bianche guglie delle montagne circostanti, sulle quali avrebbe bramato volare onde abbracciare un più vasto orizzonte.

Rallégrati, Italia! non più della lorda Fuliggine il limpido tuo cielo si oscura, E manda il comignolo dall'ugola ingorda Di nordica nebbia mal compra sozzura. Per rupi e dirupi, per morbidi clivi Correndo, saltando, tra lauri ed ulivi Discende al tuo popolo da vette lontano Sul raggio del sole men sudicio il pane. Sia caro l'augurio!

Li ho messi in prigione. Li ho relegati nei conventi a far penitenza. Li ho fatti mandare al bagno. Li ho ingiuriati dall'alto del trono della chiesa. Non sono riescito. Non mi resta che non aver più dei preti, se voglio averli morali. Un solo, in mezzo di questo branco immondo, si è preservato da ogni sozzura: voi! È vero, monsignore. Voi siete giovane, nondimeno, voi siete robusto.

Come sasso che, precipitato dall'alto, rotoli a valle, raccoglie scendendo ogni mota e sozzura che incontra sulla sua via e giunge al fondo doppio di lurida mole, così la colpa inespiata dei padri, trasmessa in voi di generazione in generazione, si è ingigantita di corruttela e s'è fatta delitto mortale.

Oh! esclamò Lucertolo a tal vista, alzando il labbro superiore, con espressione di vera meraviglia. Osservò ben bene la macchia, poi la ricoprì subito con altra di quella sozzura. Non bisognava distruggere tale indizio, se pur fosse un indizio!

Noi pubblichiamo tradotta letteralmente dal Monitore l'intera discussione e lo facciamo per due ragioni: perchè gl'Italiani v'imparino come, smarrita la fede in un principio e sostituito alla religione del vero il culto dell'egoismo, si cada in fondo d'ogni sozzura, e perchè i nostri nemici vedano che, diversi da essi, noi non temiamo pubblicit

Teresa Raffo non m'era parsa mai desiderabile come ora che non potevo disgiungerla da una imagine fallica, da una sozzura. Ed ella si valeva del mio stesso disprezzo per inacerbire la mia brama. Agonie atroci, gioie abiette, sottomissioni disonoranti, patti vili proposti ed accettati senza rossore, lacrime più acri di qualunque tossico, frenesie improvvise che mi spingevano sul confine della demenza, cadute nell'abisso della lussuria così violente che mi lasciavano per lunghi giorni istupidito, tutte le miserie e tutte le ignominie della passione carnale esasperata dalla gelosia, tutte io le conobbi. La mia casa mi divenne estranea; la presenza di Giuliana mi divenne incresciosa. Intere settimane passavano, talvolta, senza che io le rivolgessi una parola. Assorto nel mio supplizio interiore, io non la vedevo, non la udivo. In certi momenti, levando gli occhi su lei, mi meravigliavo del suo pallore, della sua espressione, di certe particolarit