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Ballava, tal e quale, come se facesse la cosa più seria del mondo, respirando a tempo di musica e non curandosi affatto della compagna, tutto compreso in una gran prosopopea. Attenta, Giulia, esclamò Lalla vedendolo, questo... è magnifico! Oh! bello! Oh! bello! Oh! bello! esclamarono tutte insieme, con finta ammirazione. Numero, uno, è per te. Stupendo, ma non lo merito: lo cedo al numero due.

I mille franchi... diremo cinquecento, per essere sicuri ripeteva il Richard, con flemmatica prosopopea me li manderete a Terni quand vous voudrez. Non ci pensate.

Nell'Italia, come la signora Laner aveva preveduto, c'era appunto un fierissimo articolo contro tutta la Cisalpina, i suoi amministratori, i suoi fautori: contro il Ministro dei Lavori pubblici "che si era recato a Primarole come Arrigo IV a Canossa, umile e colla testa nel sacco, a placare, a propiziarsi i pontefici massimi dell'estrema sinistra: contro gli onorevoli Bonforti e Ghirlanda, che messi puerilmente in apprensione da certe inabili manovre elettorali, venivano a patti e firmavano compromessi PERSINO con un signor Matteo Cantasirena!" Ma l'attacco più fiero, più sanguinoso era diretto, quantunque l'Italia non lo nominasse, contro il duca di Casalbara: "Una vecchia insegna ritinta: una delle più goffe cariatidi del patriottismo d'occasione, di parata, di mestiere! Un martire sfruttatore del martirio altrui! Un eroe da restaurant, da camere ammobiliate, che a furia di alterigia e di prosopopea era riuscito a conservare durante una lunga vita, tutta spesa fra i bagordi e le ba....gorde, una popolarit

Povero Gorreso.... non è mai stato uno stinco di santo, ma non mi pareva dovesse diventare uno scellerato.... Lo deve aver condotto a questo punto la soverchia ambizione.... È proprio un uomo infamato! continuava con la sua più ostentata prosopopea il Latania; egli, che non avrebbe davvero avuto alcun diritto di censurare. Sopravvenne un nuovo personaggio: il conte di Primolo.

Appena entrato, vidi lo splendido mausoleo di Guglielmo il Taciturno; ma il custode mi arrestò dinanzi alla tomba semplicissima di Ugo Grotius, il prodigium Europæ, come lo chiama l'epitaffio, il grande giureconsulto del secolo XVII; quel Grotius che scriveva versi latini a nove anni, che componeva odi greche a undici, che trattava tesi di filosofia a quattordici, che accompagnava tre anni dopo l'illustre Barneveldt nella sua ambasciata a Parigi, dove Enrico IV, presentandolo alla sua corte, diceva: «Ecco il miracolo dell'Olandaquel Grotius che a diciott'anni era illustre come poeta, come teologo, come commentatore, come astronomo e faceva una prosopopea della citt

Il dottore, colla solita prosopopea, lisciandosi i capelli, alzando la testa, accomodandosi i solini, circolava pettoruto e tronfio come un diplomatico ad un ballo di corte, ascoltando le conversazioni con un sorrisetto beffardo, alzando le spalle di tempo in tempo in aria di canzonatura, con evidente desiderio d'essere invitato a dire il suo reputato parere.

Il giorno seguente, appena fu un'ora da persone educate, andammo dal Comitato. Dopo molta anticamera, chè anche nella democrazia quando si comincia a salire si assume tutte le belle e gentili maniere le quali distinguono l'aristocrazia, fummo introdotti in quel sinedrio di senno e di patriottismo, e ci trovammo davanti al presidente Panni, un omaccino tarchiato colla barba lunga, nato a Firenze ma domiciliato da vario tempo a causa di affari a Marsiglia. Tanto lui come il segretario Lalli, si davano tutto il tuono di persone importanti, ci squadravano dall'alto in basso con una prosopopea da commissarii di polizia, e parlavano della guerra colla medesima autorit

È innegabile che il conte Leonardo li trattò un po' male. Non nominò nemmeno nel suo testamento il marchese Ernesto, e alla nipote lasciò un anello di nessun valore. Il conte Leonardo aveva sempre veduto di mal occhio questo matrimonio. E aveva ragione. O che non c'erano meglio partiti a Venezia? Quel marchese con la sua prosopopea è insoffribile. È poi così ricco come si vanta di essere?

Se non era stato molto divertente con le sue sconcezze e con le sue sbornie, con la prosopopea psicologica era mortale addirittura. E poi, gonfiava, gonfiava, quasi la siringa Pravaz, assieme col psicologismo, gli avesse introdotto sotto la pelle molt'aria. Dovevano vederselo, un giorno o l'altro, crepare davanti agli occhi come una vescica troppo tesa? E lo ricondussero all'ospedale.

A sentir lui, della poca saldezza e del nessuno ardimento del partito dell'ordine, a sentir gli altri, per ragioni più intime, più delicate, che la sua prosopopea di grand'uomo avevano spruzzata un tantino di ridicolo; onde egli si era ritirato a Quinto, più tiranno che mai, mentre la marchesa, con quei freschi incominciati, e senza pensar più che tanto alla festa da ballo con cui casa Vivaldi soleva aprire la stagione invernale, aveva creduto opportuno di andarsene a stare da sola in un suo castello delle Langhe.