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Il duca di Balbek non ballava quasi più, eccetto il quadrille offiziale, a cui non poteva sottrarsi. Non essendo parlatore, essendo confinato, per ragione di Stato, alla tratta delle bellezze mature della diplomazia e della Corte, non gli restava altra risorsa nelle serate, ove le convenienze lo chiamavano, che quella del giuoco.

Noi eravamo digiuni da due giorni, osservavamo col cuore gonfio di malinconia la ridda, che ci si ballava in giro, pensavamo alla battaglia di ieri, al disinganno scaturitone, ai castelli rovesciati, a Garibaldi e ai ritiratisi, all'Italia e ai parenti, e non ci accorgevamo neppure che la fame ci rodeva le viscere.

Un neo vicino alla fossetta del mento dava al suo visino un nuovo brio. Vi era nel suo sguardo qualcosa d'ancor più trionfante del solito: ogni suo più piccolo moto aveva un segno di conquista. Rispose quel che doveva al profondo saluto d'Armando, dopo di che, essendo egli penetrato tra la folla nella sala dove si ballava, non la vide più per qualche tempo.

Egli portava la marsina in un modo irreprensibile, ballava il valzer, come nessuno lo balla, dirigeva il cotillon come pochi lo dirigono. Ed il modo come mi faceva la corte! Follie addirittura: viaggi a rotta di collo, scene di gelosia feroci, pianti, singhiozzi, un delirio. Sai, questo fa impressione alle ragazze... E dopo? Dopo ci siamo sposati: ecco tutto. Vale a dire?

Era più bella seduta, che in piedi. Il busto magnifico era troppo lungo, le gambe troppo corte. Per questo non ballava volentieri, non andava mai allo skating, andava volentieri a cavallo, con uno strascico lunghissimo da amazzone.

Calliope anche aveva molto ballato; il primo waltzer con Dionisio Catargì, il suo ossuto innamorato, il quale, poichè la passolina era andata splendidamente, era contentissimo e le aveva donato un paio di orecchini di brillanti. Ora, la quadriglia chiamata con voce nasale da un direttore greco, Calliope la ballava con Paolo de Joanna.

E chiuse l'uscio con furore, e girò due volte la chiave: parve a un tratto che di dentro si raddoppiasse la festa: la Carolina ballava con Gerola, e l'ostessa menava a tondo Anselmo il mugnaio, che non poteva reggersi sulle gambe. Il babbo dormiva nell'angolo nero del camino.

Allora Giorgio andò ad invitare un'altra signora, e volle spiegare ai miei occhi tutte le sue grazie. Mio Dio! Non l'avesse mai fatto! Non ha mai osservato come è ridicolo un uomo serio nella danza? E per colmo di sciagura, ballava bene! Che orrore! Era così volgare, così volgare... mi fece un'impressione terribile... Mi fece ridere.

Nenni Forcioli non ballava, epperò non supplicava mai; stava egli pure a guardar gli altri, placido e curioso. Tutto ciò mise una punta nel cuore di Folco. Non gi

In casa Stavro si ballava. Era il dicembre. Si dava una festa in onore di Paolo de Joanna che partiva per l'Inghilterra. Erano riunite tutte le belle donne, tutte le belle fanciulle dell'Isola. Qualcuna certamente sospirava dietro quello straniero che se ne andava così tranquillo e felice, senza curarsi di quello che lasciava dietro di . Lui ballava con tutte.